Francesca Patellani

Geographic Services Director, Accenture Italy, Central Europe and Greece - VP of Italian Accenture Foundation - BoD member of Global Accenture Foundation

Dott.ssa Patellani, da anni è Geographic Services Director di Accenture, dove segue anche le iniziative di responsabilità sociale dell'azienda ed è Vice Presidente della Fondazione Italiana Accenture. Ci può raccontare in poche parole in cosa consiste il suo lavoro?

Certamente! Faccio parte del team di Top Leadership di Accenture in Italia e attraverso il mio ruolo mi occupo in prima persona della gestione dei servizi interni di Accenture (uffici, acquisti, mobilità, tecnologia mobile e di sede) per circa 32.000 persone, di cui la metà operano in Italia.
La mia storia in Accenture, permettetemi di aggiungere, comincia quasi 30 anni fa e mi ha visto assumere ruoli molto diversi tra loro, prima nella parte di servizi ai clienti e poi nel corporate, dove opero oggi.
Da più di 15 anni sono sponsor della diversità in azienda per aumentare la sensibilità su queste tematiche e superare i pregiudizi sul luogo di lavoro e nella vita di tutti i giorni, e seguo le attività di responsabilità sociale di Accenture, oggi sempre più connesse con quelle di business. Sono inoltre vice-presidente della Fondazione Italiana Accenture con cui stimoliamo l’innovazione tecnologica e promuoviamo iniziative ad elevato impatto sociale.

Quando era piccola, cosa sognava di fare da grande? Diplomata al Liceo Classico ha poi virato verso le materie STEM e conseguito una Laurea in Matematica, cosa l’ha portata a scegliere questo corso di studi? E’ sempre stata portata per le materie STEM?

Non posso dire di avere avuto, durante la mia infanzia, dei sogni ben definiti come capita a tanti bambini che magari si immaginano astronauti, esploratori o altro ancora. Non avevo le idee così chiare. Quello che è certo è che sin da piccola sono sempre stata molto affascinata dal mondo dei computer e dalla matematica, una materia in cui riuscivo bene e senza fatica. Ho coltivato negli anni la passione e curiosità verso le discipline scientifiche compiendo una scelta molto coraggiosa per i tempi: iniziare un corso di laurea in matematica dopo un percorso umanistico. Non è stato semplice: ricordo bene che all’inizio ero portata ad accettare i voti che arrivavano pensando di non poter aspirare ad avere di più. Dopo i primi esami mi sono guardata dentro e ho capito che potevo arrivare oltre. Ho iniziato a rifiutare voti e a guadagnare sempre maggiore confidenza in me stessa, riuscendo a laurearmi in corso e a pieni voti.
Quando mi volto indietro sono fiera del percorso che ho intrapreso e penso che la mia formazione, associata ad una forte determinazione personale e alla fortuna di crescere in un ambiente professionale stimolante, mi abbia portato ad essere la donna e la professionista di successo che sono oggi.

Ci sono barriere secondo lei che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Dopo gli studi, nel suo percorso lavorativo, ha mai incontrato difficoltà?

Si, purtroppo è innegabile che il binomio donne/Stem sia ancora oggi vittima di forti pregiudizi. A mio avviso il principale limite alla piena equità fra uomo e donna è di natura culturale, in quanto spesso sopravvivono ancora vecchi stereotipi che favoriscono le disuguaglianze. Oggi sono ancora poche le donne che intraprendono percorsi tecnico–scientifici ponendo così un limite all’ingresso e all’avanzamento nel mondo del lavoro che sempre più si indirizza verso competenze STEM e professioni comunemente dette “del futuro”.
Nel mio percorso lavorativo non ricordo episodi particolari di difficoltà a causa di bias o discriminazioni. Tuttavia, mi è capitato spesso di avere pensieri diversi dagli altri che non esprimevo per timore di sbagliare. Quando poi, poco dopo, qualcun altro più sicuro di me si faceva avanti, mi sentivo una stupida perché avevo sprecato un’opportunità per farmi conoscere e apprezzare.
Da lì, ho progressivamente maturato il coraggio di dire sempre quello che penso, anche se a volte non omologato al contesto, e la consapevolezza di me che ho oggi. Certo questo è anche stato possibile grazie al crescente rispetto che sono riuscita a guadagnarmi sul campo e al fatto di frequentare un ambiente lavorativo inclusivo che permette alle persone di crescere, valorizzandone il talento e il contributo individuale. Spero che questo ambiente fertile si affermi in sempre più contesti lavorativi perché sono innumerevoli le ricadute positive tra cui, ad esempio, l’emergere e il progredire dei talenti femminili.

Tra i vari incarichi, in qualità di Responsabile Human Capital & Diversity di Accenture ha senz’altro un quadro chiaro della situazione italiana. Le chiediamo: a suo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare e supportare le giovani donne agli studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

La pandemia ha evidenziato quanto sia importante l’inclusione digitale e la permanenza dello stereotipo che vuole le donne poco adatte allo studio delle discipline tecnico-scentifico è confermata dai numeri anche in Italia dove, di fatto, le donne rappresentano il 22% degli iscritti a ingegneria e il 13% degli iscritti a informatica. Però è altrettanto vero che lo scenario sta cambiando e ci sono oggettivi segnali che mostrano un sensibile cambio di rotta che deve essere ulteriormente accelerato. Nel 2020, ad esempio, sono aumentati gli iscritti ai corsi tecnico scientifici e i 2000 iscritti in più rispetto al 2019 sono prevalentemente rappresentati da ragazze. Questo miglioramento in atto agevola sempre più la capacità di employability delle donne ed è il risultato di una serie di azioni intraprese da diversi anni a livello sistemico da parte di famiglie, Università, Istituzioni e Imprese per orientare le giovani donne verso percorsi di studio e di lavoro tecnico scientifici, di cui anche noi come Accenture Italia siamo parte attiva da anni con diverse iniziative tra cui, per fare qualche esempio, orientamento nelle scuole superiori, iniziative di coding per i più piccoli, sviluppo di upskilling academy per allargare il bacino di competenze stem andando a formare talenti femminili senza background STEM o ricercando figure professionali con un background ibrido, che coniugano competenze sia scientifiche che umanistiche, oggi sempre più richieste.
Nei prossimi anni mi aspetto progressi sempre più significativi da parte delle organizzazioni nazionali. La collettività, incalzata da eventi difficili e sfidanti come, ad esempio, quello che stiamo vivendo oggi, chiede oggi alle aziende un sostegno sempre maggiore.

Forbes Italia l’ha inclusa tra le "100 donne più influenti d'Italia" nel 2017, ed è anche mamma di due ragazze. Ha qualche suggerimento per le giovani donne che temono di non riuscire a conciliare carriera e famiglia? Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Da mamma di due ragazze, ahimè non più teens, che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro il raggiungimento di una cultura dell’uguaglianza è per me anche un impegno personale.
Come madre penso costantemente al futuro delle mie figlie, al loro inserimento lavorativo e alla loro integrazione sociale e quale impatto posso avere io nel mio piccolo per contribuire ad un mondo più inclusivo in cui a loro volta possano trovare una loro dimensione e valorizzazione. Il tema del bilanciamento vita-lavoro è oggi particolarmente sentito dalle nuove generazioni. Non esistono suggerimenti validi per tutti poiché ogni situazione personale è unica e diversa. Però credo fermamente che l’esperienza genitoriale, di care-giver in generale, rappresenti un forte arricchimento sul fronte personale che si riflette anche nella vita professionale e nello sviluppo di nuove capacità relazionali. Non un limite, quindi, ma un ulteriore punto di forza su cui far leva! Il consiglio che darei? “Nessun lavoro è maschio o femmina: se ti piace, se senti passione, intraprendi quella strada senza esitazioni! Quando avrai avuto successo, potrai essere testimone presso gli altri dell’esistenza di pregiudizi e di quanto sia importante non farsi condizionare da essi per nulla al mondo”.