Alessandra Bertelli

R&D manager di Gerard's Cosmetic Culture

Gentile Alessandra, ha scelto una laurea in chimica farmaceutica, ci può raccontare cosa l’ha indirizzata verso le materie STEM?

In realtà non saprei da dove iniziare, forse dal primo disegno degli orbitali molecolari sulla lavagna del laboratorio di chimica al liceo scientifico dove ho compreso che il mio sogno di ballerina classica era ormai infranto.

E’ sempre stata portata fin da piccola?

Non penso proprio, o meglio da piccola non sognavo cosa sarei stata da grande, da piccola adoravo giocare nei prati, raccogliere fiori e illudermi di riuscire a ricreare i loro profumi con fantastici intrugli acquosi (e non solo) in cui lasciavo macerare i petali, rigorosamente al buio, per giorni e giorni. In casa mia ci sono sempre stati più libri che altro da cui prendere ispirazione per le mie ricerche sul campo!!! La mia sfida era ottenere il profumo delle rose, con un pizzico di fragolina di bosco, colorato con il blu delle genziane. Non c’era nulla di chimico in tutto ciò, c’era solo l’osservazione della natura che ci circondava…

E’ entrata nel mondo cosmetico, in Gerard's dove oggi è R&D manager. Ci può descrivere il suo percorso professionale? Com’è giunta a questa scelta? In cosa consiste il suo lavoro oggi? Cosa l’appassiona?

Dopo gli studi liceali ho proseguito l'interesse per la chimica farmaceutica a Milano, orientandomi inizialmente verso gli studi sperimentali di progettazione di vaccini ricombinanti per i virus dell'HIV, passando poi al mondo del rischio cardiovascolare, seguendo studi di farmacovigilanza.
Il mondo della farmacovigilanza ha riaperto precedenti interessi verso il profilo tossicologico delle sostanze, portandomi così allo studio delle formulazioni prima farmaceutiche e poi cosmetiche, partendo dall'analisi della problematica e arrivando alla sua gestione in base alla via di somministrazione.
Oggi ogni giorno è dedicato ad aggiungere almeno un gettone al mio bagaglio nozionistico, perché solo in questo modo si riesce a comprendere il fascino del nostro lavoro: (1) studiare sulla carta il meccanismo d'azione di un principio attivo; (2) formulare la struttura ideale per permettere al principio attivo di esprimersi al massimo della sua efficacia con la minima concentrazione; (3) leggere sul volto delle nostre clienti il loro grazie per aver contribuito in piccola parte al loro benessere psico-fisico.

Gli studi e il lavoro le hanno lasciato tempo per sviluppare altre attività?

Sono e rimarrò sempre un topo da laboratorio appassionato al proprio lavoro che trova espressione anche nella ricerca dell’arte…o meglio del bello nell’arte.

Secondo lei esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM? Esistono ancora ostacoli che impediscono alle giovani donne di fare carriera nelle professioni STEM? Cosa potremmo fare per migliorare le cose?

Non esistono barriere se non quelle che vogliamo creare noi; certamente essere un capo donna che magari non dimostra neppure la sua età anagrafica in un sistema produttivo prettamente maschile non è facile, ma ciò rappresenta il fascino della sfida. Sentiamo spesso dire che le donne sono multi tasking rispetto agli uomini e poi, alla prima difficoltà ecco emergere un senso di debolezza!!!! Anche no direi!!! Un carattere forte può essere d’aiuto sicuramente, ma non basta, ci vuole pazienza, rispetto e comprensione.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Se a fine giornata riesci a spegnere il pc, riordinare la scrivania, salire in macchina togliendoti finalmente la tua FFP2, guardare la strada e vedere nella luce del sole al tramonto l’idea del prossimo prodotto, allora hai fatto la scelta giusta!!!!
Ma la domanda è: perchè vedi la luce del tramonto? Perché, come diceva il mio professore di microbiologia, a cui devo molto se non tutto, i migliori risultati arrivano sempre la mattina molto presto o la sera molto tardi…