Alessandra Celletti

DIRETTRICE DIP. MATEMATICA UNIVERSITÀ TOR VERGATA. PRESIDENTE COMM.SCIENTIFICA DI MECCANICA CELESTE IAU.

Alessandra Celletti, Direttrice del Dipartimento di Matematica dell’Università Tor Vergata di Roma; Coordinatore del Master di II livello “Scienza e Tecnologia Spaziale” presso l’Università di Roma Tor Vergata dal 2010; Presiede la commissione “Women in Mathematics” della European Mathematical Society. Attualmente è Vice-presidente della Commissione Scientifica di Meccanica Celeste dell’IAU – International Astronomical Union, 2015-2018 ed assumerà il ruolo di Presidente a partire dall’Agosto 2018.
Inoltre è Socio fondatore e Presidente (dal 2001 al 2013) della SIMCA – Società Italiana di Meccanica Celeste e Astrodinamica; Editor-in-Chief della rivista “Celestial Mechanics and Dynamical Astronomy” (Springer) dal 2016. E’ stata finalista al “Premio Galileo” per la divulgazione scientifica, Maggio 2008 e finalista “Primo Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica”, 2013. L’asteroide 2005 DJ1, n. 117539 porta il suo nome.

Ci può spiegare a grandi linee di cosa si occupa?

Il mio campo di ricerca e' la Meccanica Celeste, cioe' lo studio dei movimenti di pianeti e satelliti, sia naturali che artificiali. Quindi studio la dinamica di oggetti come i satelliti per le telecomunicazioni, la Luna, Giove, gli anelli di Saturno, e cosi' via. Lo strumento per studiare questi oggetti e’ la Matematica.

Un problema che mi affascina moltissimo e’ quello di capire il motivo per il quale la Luna rivolge sempre la stessa faccia verso la Terra. Anche se e’ un fenomeno noto da millenni, non si capisce ancora il motivo per il quale la Luna ruota in maniera sincrona; la Terra, e lo stesso accade per molti satelliti attorno ai pianeti principali, ad esempio Io, Europa e Ganimede rivolgono sempre la stessa faccia verso Giove. I meccanici celesti chiamano “risonanza” questa particolare configurazione, proprio perche’ la Terra e la Luna sono in sintonia tra loro, come le note di una melodia.

Quando era piccola, cosa sognava di fare da grande?

Da bambina sognavo di fare il matematico per studiare il cielo. All'epoca non sapevo che si chiamasse "Meccanico Celeste", ma e' proprio quello che faccio adesso. Mi piaceva giocare con i numeri e guardare le stelle, quindi speravo di svolgere una professione che coniugasse entrambi gli aspetti.

Come è arrivata alla laurea in Matematica ed al dottorato di ricerca in matematica? Qual è stato il suo percorso di studi?

Poiche’ sono sempre stata appassionata della Meccanica Celeste, non ho esitato ad iscrivermi al corso di laurea in Matematica, dove ho avuto insegnanti molto bravi e che mi hanno dato una forte motivazione a proseguire nell’ambito della ricerca. All’epoca molte persone svolgevano il dottorato di ricerca all’estero e, su indicazione del mio relatore di tesi, applicai al Politecnico Federale di Zurigo – ETH – dove, attraverso il sostegno di borse di studio, ho conseguito il dottorato di ricerca in Matematica. Sia il periodo della laurea che del dottorato sono stati anni di studio molto intensi, estremamente importanti per la mia formazione scientifica.

E’ sempre stata portata per le materie STEM? Quando è nata questa sua passione?

Come ho detto prima, fin da bambina volevo studiare Matematica e Astronomia. Non ho mai cambiato idea e con grande difficolta’ avrei accettato una vita senza poter svolgere il mio lavoro. Durante gli studi universitari ho cominciato ad imparare la Meccanica Celeste sulla quale ho concentrato la mia attivita’ negli anni successivi.

La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? Le è stato utile?

La scuola e’ stata formativa, anche se non particolarmente nelle materie a cui poi mi sono dedicata. Non c’e’ stato un orientamento verso la professione scientifica. Piuttosto un grande aiuto alla mia formazione e’ venuto attraverso l’universita’ ed il dottorato di ricerca.

La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

I miei genitori divorziarono quando avevo 5-6 anni ed io ho vissuto con mia madre, mia sorella e mia nonna, che mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte, sia economicamente che affettivamente. Di sicuro ho avuto grandi insegnamenti da mia madre, che era una maestra elementare, dotata di un grande talento per l'educazione e la comunicazione.

Nel suo percorso di studi o nel mondo del lavoro, ha mai incontrato difficoltà in quanto donna? Ricorda qualche episodio in particolare?

Non ricordo episodi particolari in cui ci sia stata una netta discriminazione per il fatto di essere donna. Piuttosto mi sono sentita talvolta umiliata da un atteggiamento di ostentata superiorita’ da parte di alcuni colleghi uomini. All’inizio della mia carriera, mi sono intimidita spesso da questo tipo di atteggiamento, diciamo molto sicuro, se non spavaldo. Poi ho capito che era sbagliato non reagire e dare segnali di debolezza. Bisogna reagire, magari senza esagerare, certamente nella consapevolezza dei propri limiti, ma anche di quelli altrui, molto spesso offuscati da una maschera di sicurezza prettamente maschile.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

In primo luogo, bisogna tenere presente che non si conosce alcuna differenza di capacita’ intellettuali tra uomini e donne, non c'e' alcun fondamento scientifico che supporti una disparita' di attitudine verso le materie STEM. In secondo luogo, vorrei “contagiare” le ragazze con l’entusiasmo che si prova con la Matematica e lo studio dello Spazio. Gli sbocchi professionali sono tantissimi e molte delle mie studentesse e collaboratrici sono ormai avviate in carriere di grande responsabilita’ e soddisfazione. Quindi, alle ragazze che amano le materie STEM direi di prefiggersi un obiettivo preciso e di non demordere mai!