Alessandra Lucini Paioni

Dopo il liceo classico, ha scelto una laurea in fisica con specialistica in fisica della materia. Cosa l’ha portata a “svoltare” corso di studi verso le materie STEM?

Fin da piccola ho sempre avuto un forte interesse e curiosità verso le materie scientifiche, la matematica e le scienze mi sono sempre piaciute e mi hanno sempre divertita, anche grazie a mio papà che già da piccola mentre giocavo con i lego mi spiegava il baricentro e più tardi mia mamma che mi ha svelato tutti i segreti della cucina, queste sono state le mie prime introduzioni alla fisica, alla chimica e alla termodinamica!
Successivamente, durante gli studi ho scoperto la bellezza della letteratura e della filosofia. Mi piaceva in particolare la diversa prospettiva che aprivano sulla realtà e in particolare il diverso modo di pensare e di ragionare rispetto a quello più tecnico delle materie scientifiche. Così ho deciso di approfondire queste materie e iscrivermi al liceo classico, anche su consiglio dei miei genitori e conoscenti, i quali mi hanno assicurato che quello non mi avrebbe precluso la possibilità di intraprendere successivamente lo studio una disciplina scientifica. Sono tuttora molto contenta della scelta fatta, che mi ha dato la possibilità di conoscere nel dettaglio e studiare materie umanistiche e affascinanti quali la letteratura greca e la filosofia - tra l’altro, a mio parere, il modo di pensare della filosofia moderna e contemporanea presenta delle somiglianze con la meccanica quantistica!
Tuttavia, pur trovando le materie umanistiche molto interessanti, la mia grande passione sono sempre state le scienze. In particolare la fisica, l’astronomia e la chimica, che costantemente stimolavano - e ancora stimolano - la mia curiosità. Comunque, se ho potuto iscrivermi e ottenere una laurea scientifica senza difficoltà lo devo, senza dubbio, anche alle eccezionali insegnanti che ho avuto la fortuna di avere al liceo. Sia la mia professoressa di matematica, che quella di fisica e quella di scienze (ovvero chimica, biologia e astronomia) mi hanno sempre incoraggiata e hanno sempre alimentato il mio interesse, fornendomi un’ottima preparazione per l’università. Inoltre, la loro passione per queste materie e il fatto che fossero, ebbene sì, tutte donne (!) mi ha aiutato a superare i pregiudizi di genere verso le discipline STEM. Così ho scelto fisica all’università e mi sono poi specializzata in fisica della materia.

Oggi sta concludendo il postdoc in Olanda, ci può raccontare brevemente di cosa si occupa?

Il mio ambito di ricerca è quello della risonanza magnetica nucleare (o NMR), in cui si riuniscono la mia passione per la fisica, la chimica e per la meccanica quantistica. La risonanza magnetica nucleare è una potente e sofisticata tecnica analitica con una grande varietà di applicazioni in diversi settori non solo della ricerca scientifica, ma anche della medicina e dell'industria. Attraverso la spettroscopia NMR è possibile sondare in modo estremamente efficace e non distruttivo la struttura chimica e le caratteristiche fisiche di un sistema, come per esempio gli atomi e molecole che compongono il campione oggetto di studio, il loro ambiente chimico e le diverse interazioni presenti al suo interno. La risonanza magnetica viene quindi applicata in campo fisico, chimico, biologico e geologico, ma è di grande rilevanza anche nell'industria alimentare, farmaceutica e ambientale. Inoltre, un’applicazione molto nota nell’ambito medico è la risonanza magnetica per immagini (o MRI), uno strumento importante per la diagnostica medica. La mia ricerca è focalizzata sull’ulteriore sviluppo della tecnica NMR e in particolare sullo studio di un metodo cosiddetto di “iperpolarizzazione” (chiamato Polarizzazione Dinamica dei Nuclei o DNP) che ha lo scopo di incrementare il segnale NMR e quindi superare il limite della risonanza magnetica dovuto alla sua intrinseca bassa sensibilità. Dopo aver studiato la DNP già durante il lavoro di tesi magistrale, ho deciso di approfondire questa area di ricerca con un dottorato in Olanda all’Università di Utrecht, nel gruppo di NMR Spectroscopy. Ho da poco concluso il mio dottorato e ho proseguito con un postdoc nello stesso gruppo continuando a lavorare allo sviluppo della tecnica di risonanza magnetica e della DNP, sia da un punto di vista teorico, dove ho investigato la possibilità di estendere la DNP a campi magnetici più elevati, sia da un punto di vista applicativo.

Sono interessata infatti a sperimentare e ampliare il campo di applicazione della tecnica. In particolare abbiamo potenziato la tecnica per l’analisi della struttura di proteine direttamente all’interno delle cellule, ovvero nella loro condizione naturale. Inoltre, negli ultimi anni mi sono sempre più appassionata all’utilizzo della tecnica di NMR per lo studio della struttura atomica e molecolare di materiali usati nell’industria chimica e in particolare nell’ambito della chimica verde. Abbiamo infatti affinato la tecnica per lo studio delle zeoliti, materiali solidi porosi dalla struttura particolare con proprietà molto utili e per questo utilizzate in diversi settori dall’industria petrolchimica, all’edilizia o all’agricoltura. In particolare sono utilizzati come catalizzatori nelle reazioni chimiche dove vengono impiegati come “setacci molecolari” perché per la loro struttura permettono il passaggio selettivo solo di alcune molecole. Tramite la risonanza magnetica possiamo seguire la reazione che avviene in questi catalizzatori (un esempio di reazione oggetto di studio molto attuale è l’utilizzo della biomassa e materiali di scarto e la loro conversione in energia sottoforma di biocombustibili). Quando il reagente viene a contatto con il materiale catalizzatore (sotto determinate condizioni) inizia la reazione e noi possiamo fermarla a determinati intervalli e andare a studiare i composti prodotti all’interno di questi materiali. In questo modo possiamo ricostruire esattamente cosa avviene a ogni step della reazione, con lo scopo ultimo di migliorarne l’efficienza e la selettività, in modo da poter produrre quindi solo gli elementi utili e voluti. Oppure, sempre attraverso la risonanza magnetica, possiamo studiare la struttura delle zeoliti stesse e le loro caratteristiche chimico-fisiche, le quali determinano le proprietà dei materiali e rendono i diversi catalizzatori specifici per specifiche reazioni. Conoscendo il meccanismo con cui operano, si possono così sviluppare nuovi catalizzatori che siano in grado di ridurre l’energia consumata e quindi l’impatto ambientale.

A suo parere c’è ancora discriminazione nei confronti delle donne nelle carriere scientifiche? Nel suo percorso ha mai incontrato difficoltà?

Durante la mia esperienza sono contenta di attestare che c’è sempre più attenzione e ci sono sempre meno barriere di ingresso per le ragazze nelle discipline scientifiche, anche grazie all’impegno di associazioni e istituti e all’opera di sensibilizzazione a questa tematica. Grazie a tante donne che prima di me si sono battute per abbattere gli stereotipi, io posso dire di non avere incontrato discriminazione nei miei confronti come donna in STEM, sia durante il mio percorso di studio in Italia che di dottorato e postdoc in Olanda. Devo però aggiungere che, come ho potuto constatare da altre colleghe, la strada diventa sempre più difficile man mano che si prosegue nella carriera lavorativa per arrivare a posizioni di leadership in ambito accademico (ma non solo).

Durante i miei studi universitari a Pavia ho avuto la fortuna di essere stata anche studentessa del Collegio Nuovo, un collegio universitario di merito impegnato nella formazione e valorizzazione del talento femminile. Questa esperienza in un ambiente così aperto e internazionale è stata di sicuro importante per mia la formazione umana e professionale. Crescere in una comunità collegiale culturalmente ricchissima, insieme a tante altre alunne motivate ma anche giovani e donne già affermate nel mondo del lavoro a cui ispirarsi e chiedere consigli, ha contribuito a forgiare la mia personalità e soprattutto mi ha insegnato ad affrontare il futuro con fiducia in sé stesse e nelle proprie qualità. Inoltre, quando durante il percorso ho ricevuto dei riconoscimenti non è stato solo gratificante ma è stato, per me, anche un segno che stavo andando nella direzione giusta. In particolare dal momento che questi riconoscimenti sono arrivati sia dal Collegio Nuovo che dal Soroptimist Club di Crema, entrambe associazioni impegnate nel sostegno e nella promozione del potenziale delle donne. Questo mi ha fatto sentire parte di una comunità attiva e parte anche di un progetto importante. Infine, un’altra esperienza per me molto interessante è stata l’aver partecipato al XXI Congresso del SIE (Soroptimist International of Europe) il cui focus era proprio ‘Inspirational women in STEM’. Questo mi ha reso ancora più consapevole delle nuove opportunità, di quanto si possa realizzare, ma anche quanto ancora ci sia da fare per raggiungere una vera eguaglianza e come ognuno possa dare il proprio contributo.

Come vede il suo futuro? Pensa che per una donna sia più difficile conciliare questo tipo di professione con la famiglia e i figli?

A mio parere è vero che sia ancora più difficile per una donna conciliare questo tipo di professione con la famiglia. In un ambiente competitivo come quello della ricerca, la maternità è ancora vista come un rallentamento invece che un arricchimento. Non è infatti un caso che ci sia una percentuale simile di uomini e donne durante il dottorato e i primi anni di ricerca, ma il divario cresca sempre più man mano che si sale di ruolo accademico. Ancora oggi la presenza femminile in posizioni di rilievo quali direttore di ricerca o professore nelle discipline STEM è nettamente inferiore a quella maschile, colpa anche forse di un retaggio culturale che non è ancora del tutto superato. Un forte impegno sociale è dunque essenziale per arrivare a un vero cambiamento di mentalità.

Tuttavia, devo dire che le tendenze stanno (finalmente!) migliorando, ci sono di sicuro più opportunità per le donne rispetto agli anni precedenti. Il merito e valore nel mondo della scienza e della tecnologia viene riconosciuto e questo è di sicuro di grande stimolo per me, per il mio futuro e per quello di tutte le colleghe!

Secondo lei, che ha avuto modo di osservare cosa avviene all’estero, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare le giovani donne agli studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Come dicevo, se da una parte ci sono sempre meno barriere d’ingresso per le ragazze nelle discipline scientifiche, purtroppo questo non si traduce ancora in eguali opportunità lavorative e la salita a posizioni di rilievo per noi è ancora molto più ripida. Per questo credo che la presenza di un network attivo e attento sia fondamentale, sia in Italia che all’estero, soprattutto in una società sempre più interconnessa come quella di oggi.
Inoltre, un’azione che è a mio parere sottile ma al tempo stesso molto concreta ed efficace nell’orientare le giovani donne agli studi STEM è riportare sui libri di testo e durante gli incontri formativi le scoperte fatte dalle donne in tutti gli ambiti scientifici, sia nella storia che al giorno d’oggi. Questo è di sicuro una conquista storica, che può annullare quei (a volte unconscious) bias di genere, ed è un passo nella giusta direzione nel rendere le discipline STEM sempre più accessibili.
Con l’impegno e la collaborazione si potrà un giorno non lontano arrivare a una vera parità nelle discipline STEM e quella sarà una vittoria per tutti!

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Direi senza dubbio di seguire e coltivare la passione per la scienza, che può aprire tante strade per il futuro! È una strada fatta di sorprese e scoperte e il mio consiglio è di mettersi in gioco, avere sempre consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie potenzialità e intraprendere anche esperienze all’estero, sempre più importanti al giorno d’oggi per sperimentare un ambiente diverso e per allargare il proprio network, specialmente in una società sempre più internazionale come la nostra. Infine auguro a tutte soprattutto di divertirsi durante il percorso!