Amalia Ercoli Finzi

Scienziata e ingegnera aerospaziale

Amalia Ercoli Finzi è una delle personalità più importanti al mondo nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali. Consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, è stata Principal Investigator responsabile dello strumento SD2 sulla sonda spaziale Rosetta. Italian Delegate Horizon2020 Space. Ambassador Grande Milano. Presidente Nazionale AIDIA – Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti. Honorary Professor Politecnico di Milano.

Da ragazza ha frequentato il liceo scientifico, una scelta inconsueta per quegli anni, poi addirittura si è iscritta ad ingegneria aeronautica. Erano i primi anni 60, cosa l’ha portata a scegliere le materie STEM? Quali ostacoli ha incontrato?

La matematica era la mia materia preferita, posso dire che sono stata la più bella maturità d’Italia, e si noti che eravamo partiti da una classe di 52 e siamo arrivati alla maturità in 19, la mia scuola era veramente molto severa. Andare a iscrivermi al Politecnico è stato un atto di coraggio, perché era contro il sentire comune, tutti pensavano che non fosse un lavoro da donna a quel tempo. Io invece ho deciso di iscrivermi e mi sono trovata molto bene, perché fin da subito mi sono accorta che quello che contava era il merito, e quindi quando ho dimostrato di saper superare gli esami, spesso anche meglio dei miei compagni maschi, la strada è stata tutta in discesa.
Gli ostacoli che ho incontrato non sono stati all’università, ma sono stati nel corso della carriera e nel corso della vita, perché proprio la vita delle donne è una vita difficile, piena di ostacoli. Non ho avuto una mentor, una role model, dato che ho messo insieme famiglia e professione, non conoscevo nessuna donna che avesse fatto qualcosa del genere, tanto è vero che mi domandavo: “ce la farò?”, questa era la mia preoccupazione.

Ha cominciato a lavorare per la NASA e l’ESA diventando Direttrice della Missione Rosetta, lanciata nel 2004 e conclusa 12 anni dopo, considerata uno dei suoi capolavori. Ci può raccontare l’emozione di quei momenti?

Ho lavorato con ricercatori delle agenzie spaziali di tutto il mondo, oltre a quella europea, con al NASA, con la JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, quella indiana ecc. Se hai un progetto di ricerca che coinvolge tante nazioni alla fine lavori con tutti.
Considero Rosetta una delle cose più belle che ho fatto, nella quale avevo un ruolo importante: ero responsabile sia delle cellule solari che alimentavano il lander spaziale che è sceso sulla cometa, sia dello strumento che è sceso sulla cometa per trivellare il suolo. Quella è stata una grandissima impresa per l’Europa perché è stata tutta europea.
Un’esperienza che mi ha molto emozionato per tanti anni di seguito, dato che il viaggio è durato dieci anni e poi ci sono stati altri due anni di lavoro sulla cometa, dal 2014 al 2016.
In tutti questi anni posso dire che le emozioni sono state tante ma anche le preoccupazioni sono state tantissime, perché c’era sempre qualcosa che non funzionava, e questo succede in una operazione così complessa, ma soprattutto le gioie: ecco io ricordo la grandissima gioia di quando dopo oltre 2 anni di ibernazione, sono riuscita a svegliare il mio strumento. Dato che comunicavo con il mio strumento, i messaggi partivano da Tolosa, arrivavano all’antenna che l’Europa ha in Australia, e da li viaggiavano verso la cometa, quando il mio segnale ha svegliato il mio strumento e il mio strumento mi ha risposto: io mi sono messa a piangere, perché è stata un’emozione grandissima, stavo parlando con qualcosa che era sulla cometa!
Effettivamente Rosetta è stata una missione molto popolare, è entrata nell’immaginario soprattutto dei giovani, nei ragazzi e nei bambini, e quindi devo una parte della mia popolarità anche a questa missione.

Quali sono le doti che l’hanno aiutata nel suo percorso professionale? Quali doti invece le hanno permesso di conciliare l’organizzazione delle missioni spaziali con la gestione della famiglia e dei suoi 5 figli?

In primis la preparazione, non dico per fare carriera, ma per poter far le cose per bene ci vuole la preparazione. Sono grata agli insegnanti del liceo, addirittura alla mia maestra delle elementari, e poi al Politecnico che mi ha dato una preparazione solida, lì ho messo i mattoni che mi hanno permesso di costruire la mia competenza. Aggiungo che poi servono caratteristiche come la curiosità, sono stata sempre curiosa di sapere come funzionavano le cose, tanto è vero che da ragazza smontavo un po’ tutto quello che mi capitava tra le mani. La curiosità per sapere, per conoscere, è una grandissima molla per arrivare a formulare delle domande e poi a cercare delle risposte.
Per quello che riguarda la famiglia, credo che nella vita di ciascuno le cose importanti siano proprio poche, quindi bisogna essere in grado di togliere tutte le preoccupazioni inutili, per le cose inutili, e avere soltanto in mente quelle importanti. E per tenere insieme la famiglia e la professione certamente l’organizzazione, la capacità di delegare, la capacità di farsi aiutare e ripeto avere in mente solo quelle tre, quattro, cinque cose importanti: tra queste la salute, la pace e il lavoro, che erano quelle cose che mi faceva chiedere la nonna nel rosario alla sera.


E’ stata la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria aeronautica (1962), al Politecnico di Milano dove poi è diventata docente di meccanica orbitale, un incarico che ha mantenuto fino al pensionamento. In seguito è stata anche Direttrice del Dipartimento. In questo tempo che ha trascorso nelle aule di ingegneria, prima da studentessa e poi da professoressa, ha visto un’evoluzione nella partecipazione femminile?

Un’evoluzione c’è stata di sicuro perché i numeri adesso sono diversi, nel mio caso erano 5 ragazze su 650, adesso ci si attesta come numero attorno al 16-17% forse il 20%, ma non dimentichiamo che nel mio caso, in ingegneria aeronautica la prima ragazza dopo di me si è laureata 12 anni dopo.
Ho ho seguito personalmente le prime 104 ragazze che si sono laureate per vedere poi dopo come hanno potuto sviluppare la loro carriera, e devo dire che in generale fanno fatica a fare carriera sia nell’industria che nella ricerca. Questo credo sia un problema ancora attuale, c’è tantissimo da fare su questa strada, perché ogni tanto questa evoluzione si blocca, ad esempio il Covid è stata una regressione per le donne, un ritorno a posizioni che si pensavano già superate. Io spero e sto cercando di fare in modo che le ragazze mettano le materie STEM come uno dei loro obiettivi, non è detto che debbano farle, anche se si iscrivono a storia medioevale va benissimo, però se vogliono iscriversi a ingegneria, matematica devono sapere che se vogliono lo possono fare.

Ancora oggi nei convegni, in televisione e sui media in generale mancano role models STEM. A parte qualche caso ben identificabile, spesso sono gli stessi media a non curarsene. Quei parterre e quei consessi ancora formati da soli uomini, non sono proprio fuori dal tempo?

E’ una catena. Le donne non vengono chiamate ai tavoli decisionali, e l’abbiamo visto di recente con la guerra, erano tavoli di tutti uomini, se ci fossero state le donne le scelte sarebbero state migliori, questo è sicuro. Ma perché le donne possono accedere a questi tavoli decisionali, devono essere in posizione di potere, e quindi noi dobbiamo fare in modo che le donne possano raggiungere posizioni dalla quali dipendono le decisioni che poi influenzano il futuro dell’umanità. Cioè devono fare carriera, non solo per fare carriera, ma per entrare nelle stanze dei bottoni dove si decide il futuro dell’umanità.
Sono convinta che in questo modo continuando ad insistere sull’autostima delle ragazze e sulla loro capacità di occupare posizioni importante, potremo trasformare quelle che adesso sono solo poche stelline nel firmamento di donne che hanno fatto carriera, noi riusciremo a trasformarle in costellazioni. Quando saranno costellazioni e tutte le donne si daranno una mano potremo anche noi dire la nostra ed essere ascoltate nei consessi internazionali .
Bisogna partire dalle bambine, non dobbiamo aspettare quando hanno fatto il liceo, ormai le scelte sono fatte. Bisogna partire dalle bambine, e soprattutto puntare sulle famiglie e io dico anche sulle nonne, perché ci sono nonne che hanno ancora adesso il rimpianto di non aver seguito i loro sogni.


C’è un consiglio che si sente di dare alle ragazze più giovani che vorrebbero intraprendere studi STEM ma hanno ancora incertezze e timori?

Le ragazze non devono avere paura, devono sapere che possono farcela perché sono brave, noi abbiamo l’intelligenza che ci consente di vedere i problemi nel loro complesso, e questo è fondamentale quando si parla di un grande progetto, quando si parla di questioni internazionali: proprio laddove ci sono diversi problemi che vanno risolti più o meno contemporaneamente e che comunque si si intersecano uno con l’altro, ecco l’intelligenza delle donne è fondamentale!
Quindi le ragazze possono farcela, è certo che devono metterci tanto impegno per costruire la loro personalità. Per questo devono avere autostima, fiducia in sé stesse e poi anche - io dico sempre - un pizzico di fortuna, perché questa non guasta mai.

LIBRI

OLTRE LE STELLE PIU’ LONTANE

https://www.hoepli.it/libro/oltre-le-stelle-pi-lontane/9788804738787.html

CORSA ALLO SPAZIO. 1, 2, 3… VIA!

https://www.hoepli.it/libro/corsa-allo-spazio-1-2-3-via/9788822016133.html

LINK

6/6/2022 – Amalia Ercoli Finzi presenta il libro “Corsa allo Spazio 1,2,3…via” e dialoga con Giuseppe Sala, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali.

16/6/2021 – Il videomessaggio di Amalia Ercoli Finzi per i Maturandi

4/4/2019 Corriere – Amalia Ercoli Finzi: «Io, scienziata, credo in un Dio buono che ci salverà»

https://www.corriere.it/19_aprile_04/amalia-ercoli-finzi-io-scienziata-credo-un-dio-buono-che-ci-salvera-aaa0eaf8-5491-11e9-a9e2-a0d1446d1611.shtml

16/6/2018 — La signora delle comete

https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2019/06/Amalia-Ercoli-Finzi-la-signora-delle-comete-0fdbda7b-c4df-4e95-88d4-f910b878a7e1.html

25/9/ 2016 – Intervista con Fabio Fazio – Che Tempo Che Fa

https://www.raiplay.it/video/2016/09/Amalia-Ercoli-Finzi—Che-tempo-che-fa-del-25092016-6ecbf433-4542-4520-aa72-bd154a0580b9.html

14/11/2014 Repubblica – Amalia Finzi: “Io ingegnere e nonna vi svelerò i segreti della cometa”

https://video.repubblica.it/rubriche/rnews/rnews-amalia-finzi-io-ingegnere-e-nonna-vi-svelero-i-segreti-della-cometa/183387/182222