Amelia Lentini

Projects coordination manager presso Eni, Membro della Commissione Industrie dell’Ordine degli Ingegneri di Milano, Presidente della Sezione di Milano di AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), Curatrice del volume “AIDIA 60. I primi 60 anni di qualità al femminile”.

Cosa l’ha portata a laurearsi in ingegneria?

Mi ha sempre affascinato costruire, in tutti i sensi. Amo fare progetti e realizzarli, creare relazioni, realizzare collegamenti, insomma impiegare energia per creare qualcosa di utile e di buono che duri nel tempo.

Di cosa si occupa in Eni?

In Eni ho avuto l’opportunità di lavorare in diverse aree costruendo una esperienza poliedrica, sia dal punto di vista professionale che umano. La mia sede lavorativa è Milano ma ho sempre viaggiato in giro per il mondo, andando anche in posti che da turista non si visitano. Nella prima parte della mia vita lavorativa mi sono occupata essenzialmente di aspetti tecnici: sviluppo e applicazione di nuove tecnologie, calcolo e analisi di modelli di simulazione fluidodinamica, realizzazione e gestione di sistemi integrati di production surveillance e remote control. Da molti anni mi occupo di business management rivestendo il ruolo di Interface Manager, Regional Liason Manager fino ad oggi che mi occupo del Coordinamento dei progetti di Operations prima per il Medio Oriente, poi per il Nord Africa ed adesso per USA ed Europa.

Quando era piccola cosa sognava di fare da grande? E’ sempre stata portata per le materie STEM?

Da piccola volevo fare il muratore. Avevo 3-4 anni quando i miei genitori avviarono il progetto di costruzione di quella che sarebbe a breve diventata la nostra casa ed io appena potevo andavo a “seguire i lavori” affascinata dal lavoro dei muratori. Mi è sempre piaciuto giocare con il LEGO, costruivo case, mi ricordo in particolare che prima facevo il disegno e poi realizzavo le case. A scuola sono sempre stata brava e studiavo volentieri tutte le materie. Penso che serva tutto quello che si riesce ad imparare, se interessa vuol dire che serve alla nostra mente. Ho frequentato il liceo classico e sono contenta di averlo fatto, perché mi ha dato una sensibilità particolare, una particolare attrazione per ciò che è armonioso, non riesco a prescindere dall’aspetto estetico. Il bello e funzionale è il massimo!

La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

La scuola e la famiglia hanno sempre valorizzato le mie capacità, in generale, ma non orientato. La scelta tecnico-scientifica è stata mia.

Ci sono barriere secondo lei che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Nel suo percorso lavorativo, ha mai incontrato difficoltà?

Da studente non ho mai avvertito discriminazioni nei miei confronti, fino al primo anno di ingegneria quando un collega mi ha chiesto perché mi fossi iscritta proprio in quella facoltà. Ho avuto immediatamente la sensazione di un torto, perché lo stava chiedendo solo a me e non a tutti gli altri colleghi che avevamo intorno? Nel mondo del lavoro gli uomini sono nelle posizioni decisionali e decidono per gli uomini. Le donne devono entrare nel mondo tecnico scientifico con grandi numeri, solo in questo modo, in accordo con le leggi elementari della fisica, si troverà un nuovo equilibrio a favore delle donne.

A suo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare le giovani donne agli studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Io vivo in una grande città come Milano dove si trovano diverse strutture di orientamento ed incoraggiamento, penso che in altre realtà sia molto più difficile. Per questa ragione credo che la scuola debba avere un ruolo determinante nell’incoraggiare le ragazze a seguire le proprie passioni. Con AIDIA ci stiamo impegnando molto in questo senso, abbiamo iniziato ad incontrare i ragazzi universitari, poi i ragazzi delle medie superiori e adesso stiamo facendo progetti con i ragazzi delle scuole medie inferiori.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Alle ragazze consiglio di fare le proprie scelte senza barriere mentali e senza condizionamenti sociali altrimenti le cose non cambieranno mai, ma soprattutto consiglio di avere interessi molteplici, impegnarsi socialmente e politicamente oltre al lavoro tecnico scientifico. Penso sia il modo migliore per avere consapevolezza di ciò che si vuole e di ciò che si può fare meglio.