Arianna Minoretti

INGEGNERE CAPO RESPONSABILE DEGLI STUDI SUL “PONTE DI ARCHIMEDE”, L’AVVENIRISTICO PONTE SOMMERSO E GALLEGGIANTE CHE CAMBIERÀ L’AUTOSTRADA CHE COLLEGA NORVEGIA E DANIMARCA

Arianna Minoretti, 40 anni, ingegnere capo presso la pubblica amministrazione norvegese dei trasporti, responsabile degli studi sul “Ponte di Archimede”, l’avveniristico ponte tubolare sommerso galleggiante proposto per alcuni attraversamenti lungo la E39, la strada europea che corre lungo la costa ovest della Norvegia.

Cosa l’ha portata a laurearsi in ingegneria civile?

Ho scelto ingegneria civile indirizzo strutture perchè volevo occuparmi di progettare edifici e strutture dove le persone potessero sentirsi sempre al sicuro

Ora è dipendente della “Norwegian Public Roads Administration”, l’unica italiana in un team di cento persone. Cosa significa per lei essere stata nominata responsabile di questo avveniristico progetto?

L’amministrazione pubblica norvegese dei trasporti ha circa settemila dipendenti (dei quali il 40% sono donne), di questi solo qualche decina sono impegnati nei progetti inerenti la E39 e formano, insieme a consulenti esterni e ricercatori, un gruppo di un centinaio di persone impegnate con gli studi per la E39. Io mi sono appassionata sin dall'inizio al ponte di Archimede e il resto è venuto da se: se ci si da da fare e si dimostra di essere all'altezza, qui si trovano tante porte aperte.. C’e’ molto da fare e sono molte le responsabilità, ma e’ un incredibile percorso di crescita professionale e umana.

Quando era piccola cosa sognava di fare da grande? E’ sempre stata portata per le materie STEM?

Ho sempre avuto molte passioni: amo leggere e adoro gli animali. Ma sono sempre stata portata anche per le materie scientifiche e non ho memoria, quindi per me era più semplice ragionare per trovare le soluzioni che ricordare le soluzioni a memoria. Ho scelto un argomento di studio che mi appassionava e che mi sentivo in grado di portare a termine.

La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

Il percorso di scelta è stato personale, non dettato da risultati scolastici.. almeno fino all'università. Quando mi sono iscritta mi sono detta che se non ero in grado di passare tutti gli esami del primo anno (non so come sia ora, ma quelli erano anni nei quali gli esami venivano superati da una percentuale bassissima di iscritti), avrei fatto meglio a cambiare percorso di studi. Poi tutto è andato bene e così i miei cinque anni al Politecnico sono volati..

I miei genitori mi hanno insegnato a mettermi in gioco, ad affrontare le sfide e ad essere determinata nel raggiungimento dei risultati. Ho applicato ai miei studi universitari il loro importante insegnamento di vita, come ora lo applico alla professione.

Ci sono barriere secondo lei che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Lei ha anche una famiglia e una bambina di 2 anni, nel suo percorso lavorativo ha mai incontrato difficoltà?

Le barriere per le donne che vogliono avanzare nella carriera scientifica sono, da una parte, le stesse che ha una donna che svolge una carriera professionale qualsiasi: la mentalità retrograda delle persone e l’inadeguatezza della società. Una società dove si predica la parità dei sessi ma che in pratica affida alle donne tutto quanto concerne la vita privata (casa, figli..), una società che non fornisce servizi idonei (asili a costi contenuti sotto i tre anni, orari lavorativi compatibili con una famiglia..) è una società vecchia e inadatta, destinata a lasciarsi sfuggire l’enorme patrimonio legato al lavoro femminile e che crea effetti devastanti sulla società. Nelle carriere scientifiche c’e’ l’aggravante, in alcuni paesi, delle credenze che alcuni lavori siano lavori prettamente maschili o femminili, senza capire che ciò che davvero conta e’ avere persone che siano brave a fare un determinato lavoro e che amino farlo.

Personalmente, vivendo in Norvegia, la scelta di avere dei figli ha avuto su di me lo stesso impatto che ha avuto su mio marito: qui la paternità è obbligatoria (e dura mesi, non e’ una presa in giro di qualche giorno..), i genitori si alternano a casa con il bambino fino al compimento di un anno dello stesso e al compimento di un anno il bimbo va all'asilo pubblico. Le ore lavorative sono ottimizzate (orario continuato, flessibilità..) e si ha meta’ pomeriggio da passare con la propria famiglia. Uomini e donne sono abituati a dividere i compiti inerenti le faccende domestiche, i figli e tutto il resto. Una vera parità, insomma. E una società equilibrata e funzionante.

A suo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare le giovani donne agli studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Bisognerebbe iniziare a dimostrare alle donne che la parità che si predica è veramente un obiettivo: rendere obbligatoria la paternità, fornire servizi pubblici alle famiglie in modo che entrambi i genitori possano lavorare senza dover rinunciare a fare figli, dimostrare alle ragazze che nella vita possono fare veramente ciò che vogliono e che nessuno potrà mai permettersi di dire loro che quello non è il loro posto... In Italia abbiamo bisogno delle quote rosa perchè la società non funziona, le regole sono sbagliate. Se cambiamo le regole, non ci sara’ più bisogno di ‘quote rosa’: le persone sceglieranno di fare il lavoro che amano e per il quale sono portate, la società potrà sperare in un abbassamento dell’eta’ media perchè non sarà più così difficile conciliare lavoro e famiglia.. Sarebbe un beneficio per tutti. Per la società, per le donne e anche per gli uomini. Pensi a quanti uomini non hanno scelto il lavoro che amavano per i pregiudizi sui lavori che gli uomini non dovrebbero fare. Pensi quanti uomini hanno rinunciato a veder crescere i loro figli perchè il peso economico della famiglia gravava solo sulle loro spalle...

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Un consiglio che darei a tutte le ragazze:

Seguite le vostre passioni. Siate determinate. Pretendete sempre rispetto. Sempre. E sappiate essere indipendenti, l’indipendenza sarà sempre la vostra forza. E se scegliete una persona, uomo o donna, che vi accompagni nel viaggio della vostra vita, scegliete qualcuno abbastanza forte da saper gioire per voi.