Carlotta Totaro Fila

Imprenditrice

Premio ITWIIN 2020: “Menzione Sostenibilità alimentare ed ambientale”

Per la sua visione sul futuro dell’alimentazione sfruttando l’allevamento di insetti edibili in vertical farming per ottenere un alimento ad alto contenuto proteico tenendo conto della sostenibilità e dell’ecosistema.

Carlotta, ci puoi raccontare in poche parole qual è stato il tuo percorso di studi e di cosa ti occupi in questo momento?

Sono laureata in Scienze e Tecnologie Alimentari, materia che ho approfondito dopo la laurea con un Master in Science presso l'università di Reading in Inghilterra. Ho lavorato in ambito alimentare (Pubblic & Regulatory Affairs, comunicazione scientifica e R&D) in multinazionali alimentari, avendo la possibilità di conoscere diversi settori, dai gelati ai cibi pronti, dai novel food per il controllo del colesterolo agli alimenti per l'infanzia. Nel 2018 ho completato un executive MBA per acquisire conoscenze in materie meno conosciute, distanti dalla formazione tecnico scientifica universitaria. Oggi sono la founder di una start up innovativa che, allevando e trasformando insetti edibili, sogna di contribuire positivamente alla salute del consumatore e del pianeta tramite l'applicazione della ricerca e della scienza in ambito agro alimentare.

Quando eri piccola cosa sognavi di fare da grande? Cosa ti ha portata poi a scegliere un corso di studi STEM?

Da sempre sono stata affascinata dalla natura, dalle attività agricole in campagna e dagli animali. Sognavo di diventare una veterinaria, e collezionavo cani e gatti randagi in gran numero. Mi piaceva però tanto anche cucinare, soprattutto dolci, sperimentando variazioni sul tema a volte molto fantasiose. Era un modo per passare del tempo con mia madre e con mia zia, e senza saperlo con la cucina sperimentavo le prime reazioni chimiche alimentari! La mia famiglia ha sempre sostenuto la libertà dei miei studi, anche quando questo ha significato allontanarmi da casa .Sono stata molto fortunata: l'imprinting scientifico di mia madre e l'amore per la terra di mio padre, in qualche modo, hanno fortemente influenzato il mio percorso culturale e professionale. Quando ho dovuto scegliere la facoltà universitaria, avendo frequentato il liceo classico, temevo di non essere in grado di affrontare materie come chimica o matematica. Ricordo che un suggerimento e un incoraggiamento verso il corso la laurea in scienze e tecnologie alimentari venne proprio dal Presidente esterno durante i miei esami di maturità. Visto il programma, scelsi quella facoltà senza esitazioni e da subito mi appassionai alle materie, stimolata anche dalla novità che il corso di laurea rappresentava nel panorama dei corsi di laurea e delle professioni future. Le aziende per cui ho avuto la fortuna di lavorare sono state per me una vera accademia, una scuola di innovazione. Ma la scelta di diventare imprenditrice è venuta dall' MBA, perchè con il confronto con docenti e compagni di viaggio provenienti da ambiti diversi ed eterogenei ha risvegliato la curiosità e la voglia di fare qualcosa di nuovo, dove davvero tutto è ancora da scoprire.

Ci sono barriere secondo te che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche, diventare imprenditrici? Nel tuo percorso lavorativo, hai mai incontrato difficoltà?

Nel mio percorso lavorativo non ho mai trovato grandi difficoltà perché le aziende in cui sono cresciuta hanno sempre dato spazio alle donne, premiando impegno e capacità. Certamente la donna è discriminata quando non può dedicarsi alla professione con la stessa dedizione di tempo di quanto un uomo possa fare, soprattutto quando si diventa mamma e si ha una famiglia a cui dedicarsi. Un episodio ricorrente che ricordo riguarda alcune cene di lavoro a cui non ho partecipato per contemperare le esigenze della famiglia. Può darsi che questo abbia precluso qualche possibilità, ma non parlerei di discriminazione vera e propria. Oggi come imprenditrice ho forse meno tempo di prima, e l'organizzazione del tempo così come la scelta delle priorità sono un esercizio di equilibrismo puro tra presenza nella vita della famiglia e l'impegno nella professione. Un'imprenditrice non può essere anche una mamma a tempo pieno, ma certamente può essere una mamma e moglie presente, molto sta nell'organizzazione e nell'aiuto delle persone che si hanno accanto.

A tuo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per aiutare le giovani donne ad intraprendere studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Leggo sempre di più di ragazze e donne brillanti che si distinguono in studi STEM, personalmente penso che l'incoraggiamento maggiore debba partire dalle famiglie, nessuna donna dovrebbe precludersi alcuna possibilità. La cultura della libertà femminile passa a mio avviso dalla cultura maschile del sostegno alla donna, sia esso un sostegno in famiglia come marito, o un sostegno durante la professione da parte di colleghi e superiori.

Quale consiglio ti senti di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Non scoraggiarsi mai davanti a materie che in tempi passati erano prerogativa maschile. Le donne possono fare tutto ciò che possono fare gli uomini, anche se forse hanno bisogno di farlo in meno tempo e pensando a più cose contemporaneamente. Non credo che una donna possa fare meglio di un uomo o viceversa, la competenza e le capacità non hanno sesso. Di certo però, a noi donne è richiesto di fare più cose contemporaneamente se vogliamo realizzare ogni aspetto della nostra sfera femminile. Ma è per questo che la creatività, l'intelligenza emotiva e la tenacia saranno fedeli compagne di viaggio di qualunque donna STEM.