Cristina Trecciola

INDUSTRIAL ORGANIZATION METHODS & PRODUCTS PORTFOLIO MANAGER, SANOFI

CRISTINA, LEI OGGI HA RAGGIUNTO LA POSIZIONE DI INDUSTRIAL ORGANIZATION METHODS & PRODUCTS PORTFOLIO MANAGER IN SANOFI. CI PUÒ RACCONTARE IN POCHE PAROLE IN COSA CONSISTE IL SUO LAVORO?

Il mio lavoro consiste nel gestire il portfolio dei prodotti di Sito, coordinando progetti di ottimizzazione dei processi produttivi, trasferimenti tecnologici da altri Siti, sviluppo ed industrializzazione di nuovi prodotti; inoltre in azienda mi occupo di coordinare le attività di Lean Manufacturing, promuovendo la cultura del miglioramento continuo.

SI È LAUREATA IN INGEGNERIA CHIMICA AL POLITECNICO DI MILANO, COSA L’HA PORTATA A SCEGLIERE LA CHIMICA INDUSTRIALE? LA SCUOLA LE HA FORNITO UN ORIENTAMENTO? LA SUA FAMIGLIA L’HA SOSTENUTA NELLA SCELTA?

Sin da quando ho intrapreso i miei studi sono sempre stata affascinata dalle materie scientifiche e dalla possibilità di capire meglio come vengono prodotti molti dei beni che arrivano nelle nostre case, scendendo al livello invisibile dell’atomo; se da piccola mi avessero chiesto cosa avessi voluto fare da grande, probabilmente avrei risposto il medico; successivamente, grazie all’esempio di ottimi tecnici ed industriali in famiglia, la scelta è stata semplice. A livello scolastico l’orientamento più incisivo mi è stato offerto dalla scuola secondaria di secondo grado, che mi ha fornito un metodo di studio o di organizzazione che mi hanno permesso di conseguire la laurea magistrale senza grosse difficoltà. La mia famiglia mi ha sempre supportato e quando mi sono laureata è stato inappagabile vedere la soddisfazione dei miei genitori ed in particolare di mio papà, che avrebbe voluto diventare ingegnere.

CI SONO BARRIERE SECONDO LEI CHE GENERANO DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DELLE DONNE CHE VOGLIONO ENTRARE O AVANZARE NELLE CARRIERE SCIENTIFICHE? NEL SUO PERCORSO LAVORATIVO, HA MAI INCONTRATO DIFFICOLTÀ?

In Sanofi il tema della diversity è un valore aziendale constatemene promosso e perseguito; in questo contesto molte donne ricoprono ruoli apicali, con risultati di notevole prestigio: da donne a capo della direzione di stabilimenti o addirittura a capo di una Business Unit, come nel nostro caso per la divisione Consumer Health Care. Io mi ritengo sicuramente molto fortunata, poiché ho avuto la possibilità di fare job rotation e conoscere meglio i flussi aziendali, senza barriere di genere e considerando l’integrazione come un valore aggiunto; un esempio tra tutti: quando ero in attesa della mia prima figlia mi è stato proposto di diventare membro del Comitato di Direzione dello stabilimento

A SUO PARERE, L’ITALIA STA FACENDO ABBASTANZA PER ORIENTARE LE GIOVANI DONNE AGLI STUDI STEM? COSA BISOGNEREBBE FARE PER MIGLIORARE LE COSE?

A mio parere sono stati fatti notevoli progressi, anche se si potrebbe fare molto di più. Credo che promuovere maggiormente l’alternanza scuola-lavoro o stage in azienda sia fondamentale per far sì che giovani donne si proiettino nel mondo del lavoro. Progetti di questo tipo sono particolarmente utili per scoprire gli sbocchi professionali che potrebbero avere nel proprio futuro studiando materie STEM. Sicuramente una partnership sempre più attiva tra scuole ed industrie è fondamentale e probabilmente l’Italia può fare ancora passi importanti, confrontata con altri Paesi Europei.

QUALE CONSIGLIO SI SENTE DI DARE ALLE RAGAZZE CHE AMANO LE MATERIE STEM E VORREBBERO INTRAPRENDERE QUESTA STRADA?

Il consiglio che vorrei dare a tutte le ragazze appassionate a materie STEM è di perseguire i propri sogni, di consolidare e sfruttare al meglio il metodo di studio e la logica con cui si affrontano le materie scientifiche: queste competenze sicuramente faranno la differenza, sia nel mondo del lavoro ma anche nella vita privata, essendo una vera a propria scuola di vita nell’affrontare e risolvere i problemi.