Debora Bardini

EMEA Sustainability manager

Gentile Debora, si è laureata in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano e in Hydropower Development presso l’NTNU di Trondheim (Norvegia) Com’è giunta a questa scelta? E’ sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola? Cosa sognava di fare “da grande”?

Credo di aver scelto l'ingegneria perché affascinata da quel mondo: mi intrigava l'idea di poter combinare la creatività con le conoscenze tecniche per trovare soluzioni innovative a problemi concreti. Spesso si pensa che l'ingegneria sia solo fredda logica, ma in realtà può essere anche passione e creatività, poiché la risoluzione dei problemi è un processo altamente creativo.

Da piccola, però, sognavo di fare tutt'altro: amavo libri e letteratura e desideravo diventare scrittrice o giornalista. Per questo ho scelto di frequentare il liceo classico. Una scelta di cui non mi pento, anzi: conservo con nostalgia il ricordo delle ore trascorse a tradurre i classici greci e latini, a dibattere di filosofia e ad analizzare i grandi testi della letteratura italiana. Molto meno dolce è invece il ricordo della versione greco della maturità (Aristotele, maledetto).

Certo, dedicare tanto tempo alle materie umanistiche ha significato affrontare un programma di matematica e fisica meno intenso rispetto a quello degli studenti del liceo scientifico. Il mio primo incontro con un integrale è avvenuto solo durante il corso di Analisi 1 all'università, e ricordo di aver pensato: "Ma guarda che strana quella 's'". Con impegno e lunghi pomeriggi in biblioteca, però, ho imparato a fare pace anche con gli integrali.

Mi piace pensare di essere la somma di tutte le mie passioni ed esperienze, dal mio amore per la letteratura alla mia fascinazione per la soluzione di problemi complessi nell'ingegneria. Questa combinazione di interessi e passioni ha contribuito a definire la persona e la professionista che sono oggi.

La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

Ho avuto la grande fortuna di crescere in una famiglia che ha sempre sostenuto e incoraggiato le mie passioni, così come quelle di mio fratello, senza alcuna distinzione di genere (grazie, mamma e papà).

Fin da piccola, mi è stata data la libertà di esplorare il mio lato più anticonvenzionale e avventuroso, come quando a tre anni ho deciso di travestirmi da Zorro per Carnevale, probabilmente lasciando scioccata ogni vecchina del mio paesino di montagna, o quando a ventidue ho fatto i bagagli e sono andata a studiare due anni in Norvegia.

Quando ho annunciato ai miei genitori che volevo studiare ingegneria, sono stati i miei primi sostenitori, senza esitazioni. Questo supporto equo e senza pregiudizi ha permesso a me e a mio fratello di seguire le nostre inclinazioni e, ad oggi, siamo entrambi ingegneri.
Credo sia la dimostrazione tangibile di come il sostegno familiare possa aiutare a superare le barriere culturali e promuovere l'uguaglianza di opportunità per tutti e tutte.

Oggi è EMEA Sustainability manager per Spirax Group. Ci può descrivere il suo percorso professionale e di cosa si occupa?

Ho iniziato la mia carriera come ingegnera idroelettrica, ma ho poi avuto la fortuna di essere selezionata per partecipare al Global Graduate Development Program di Spirax Group, un programma progettato per esplorare diverse funzioni aziendali. Grazie a questo, ho avuto modo di lavorare in diverse aree (project management, sales support, dalla ricerca e sviluppo, sostenibilità) vivendo anche per un breve periodo a Cheltenham, in Gran Bretagna, dove Spirax Group ha la sua sede storica.

Attualmente, vivo in Germania e ricopro il ruolo di EMEA Sustainability Manager, un incarico che mi appassiona profondamente. La mia responsabilità principale è coordinare l'implementazione della strategia di sostenibilità nelle venti società operative della nostra divisione. È un compito impegnativo, la transizione verso la sostenibilità è la grande sfida del nostro tempo. Tuttavia, è anche molto gratificante, perché mi permette di lavorare in sintonia con i miei valori (Infatti sono un’ambientalista convinta e da quattro anni sono diventata vegana per allineare le mie azioni ai miei principi).

Nel suo percorso di studi o nella sua carriera, ha incontrato difficoltà in quanto donna?

Ho incontrato alcune sfide in quanto donna che opera in ambienti a prevalenza maschile.
Ci sono state le occasioni in cui mi sembrava di non essere presa sul serio, e mi domandavo se l’atteggiamento del mio interlocutore sarebbe stato lo stesso se fossi stata un uomo. Ci sono stati alcuni commenti sessisti del tipo 'potresti sorridere di più' e alcuni episodi di 'mansplaining', o, come li definiva Michela Murgia, 'minchiarimenti'
Come quella volta in cui un collega mi spiegò che dobbiamo limitare il nostro utilizzo di plastica, perché sta inquinando il mare. Ho cercato di fargli capire che mi trovava d’accordo, che il tema mi è molto caro e avevo letto molto a riguardo, ma lui ha continuato a trattarmi come se fossi ignorante sulla questione. Alla fine, stufa del suo atteggiamento paternalista, l’ho interrotto, dicendo di essere di fretta e di dover andare. Se alcune persone non sono disposte ascoltare, non c'è ragione di sprecare tempo ed energia.

Nonostante queste sfide, mi sono sempre sentita valorizzata nei team in cui ho lavorato, anche quando ero l'unica donna, forse proprio perché rappresentavo una prospettiva diversa. Credo davvero che le aziende stiano gradualmente iniziando a comprendere l'importanza di includere tutte le voci nei progetti e nei processi decisionali. È fondamentale riconoscere che, se lasciamo che siano sempre gli stessi (utilizzo del maschile sovraesteso non casuale) a prendere le decisioni, i risultati non cambieranno mai.

Secondo lei, nel nostro Paese esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM o alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Senza dubbio, in Italia, come anche in Europa, continuano ad esistere barriere che ostacolano il coinvolgimento delle ragazze in queste discipline, come è evidente dai dati sul gender gap. Gli stereotipi di genere giocano un ruolo fondamentale in questa disparità, perché creano un clima culturale che spesso scoraggia le ragazze dal perseguire carriere scientifiche e tecniche.
Sin dalle elementari, incoraggiamo i bambini a cimentarsi in attività tecniche, pratiche e manuali, mentre le bambine troppo spesso si sentono dire frasi del tipo: “Lascia stare, sono cose da maschi”.
E poi, basta accendere la televisione per rendersi conto che c’è un problema: se si vedono quasi sempre solo uomini nei ruoli di scienziati, ingegneri, fisici o matematici, non sorprende che le ragazze possano dubitare che quelle siano professioni adatte a loro.

Per superare queste barriere, penso sia necessario un impegno su più fronti. Dobbiamo promuovere una cultura educativa più aperta e inclusiva, che dia alle ragazze, tanto quanto ai ragazzi, la possibilità di esplorare materie tecniche e scientifiche senza pregiudizi di genere. Inoltre, dobbiamo lavorare sulla rappresentazione. Le donne nel campo scientifico ci sono e sono fantastiche; è quindi importante dare loro più spazio e visibilità, per ispirare le nuove generazioni e cambiare questa situazione.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

• Se questa è la strada che desideri percorrere, il tuo posto è qui e nessuno te lo può negare. Non permettere a nessuno di convincerti che le STEM non sono per te o di farti dubitare di te stessa solo perché sei donna. Il tuo genere non determina la tua capacità di eccellere in queste discipline, e la tua voce è fondamentale in questo contesto. Non esitare ad esprimere le tue opinioni e a occupare lo spazio che ti spetta.
• Ricorda che non sei sola. Cerca il supporto di mentori, colleghe e colleghi, amiche e amici, che ti incoraggino e ti spronino a crescere. Insieme siamo più forti, insieme possiamo rovesciare le barriere e i pregiudizi e rendere le discipline scientifiche e il mondo un posto più giusto ed equo.
• Sii fiera di te stessa e delle tue passioni. Non temere di essere troppo assertiva, troppo audace, troppo ambiziosa. Sii te stessa, autentica e inarrestabile. Non devi conformarti alle aspettative di nessun altro, fuorché le tue.