Cosa l’ha portata a laurearsi in biotecnologie a Bologna? E poi a completare il suo percorso di studi prima all’Università del Massachusetts e poi alla Stanford University con un Postdoctoral Training in “Stem Cell Biology and Regenerative Medicine”?
Sono sempre stata affascinata dalla natura e dalle leggi scientifiche che la governano. Da piccola ho sofferto in prima persona la perdita di un’amica di famiglia a causa di un tumore. Questa esperienza ha acceso in me il desiderio di scoprire i meccanismi alla base di malattie incurabili come il cancro, con l’obiettivo finale di poter sviluppare delle terapie che permettessero di curare l’incurabile e di avere un impatto positivo nella vita dei pazienti. Durante le scuole superiori ho studiato con grande interesse la chimica e la biologia e mi sono appassionata alla ricerca biomedica. Ero molto affascinata dall’idea che il nostro sistema immunitario avesse la potenzialita’ di eliminare le cellule tumorali e mi chiedevo se si potesse reclutare il sistema immunitario dell’individuo per sconfiggere questa malattia incurabile. Questa passione per la ricerca mi ha portata ad intraprendere il corso di laurea in Biotecnologie Mediche presso l’Universita’ di Bologna, che ho completato con una tesi di laurea negli Stati Uniti presso la University of Massachusetts Medical School, sotto la supervisione della Dott. ssa Rossella Tupler. Durante il periodo all’estero ho avuto l’opportunita’ di esplorare il sistema educativo americano ed ho deciso di candidarmi ad un dottorato in Scienze Biomediche negli Stati Uniti. Sono stata ammessa al programma di dottorato presso la University of Massachusetts Medical School. Ho scelto il laboratorio della Dott.ssa Merav Socolovsky per dedicarmi allo studio dei meccanismi che regolano lo sviluppo dei globuli rossi. Qui ho identificato diverse modalita’ di trasduzione del segnale che STAT5 (Signal Transducer and Activator of Transcription 5) utilizza per regolare lo sviluppo dei globuli rossi in condizioni normali e durante condizioni di emergenza, come l’emorragia. I risultati delle mie ricerche hanno portato alla luce nuovi meccanismi attraverso i quali STAT5 potrebbe contribuire allo sviluppo di alcune leucemie. Durante il dottorato ho sviluppato un interesse per la medicina rigenerativa, che si concentra sulla scoperta dei meccanismi che guidano le cellule staminali a riparare tessuti ed organi danneggiati. Ho scelto il laboratorio della Dott.ssa Helen Blau, per dedicarmi all’identificazione dei meccanismi alla base dell’invecchiamento delle cellule staminali muscolari, con l’obiettivo di sviluppare delle terapie che possano aumentare la capacita rigenerativa del muscolo durante l’invecchiamento. I risultati della mia ricerca sono promettenti, in quanto abbiamo identificato un trattamento che sembra sia in grado di aumentare la capacita’ rigenerativa delle cellule staminali muscolari in un modello animale che ricapitola l’invecchiamento.
Ci può raccontare in poche parole di in cosa consiste il suo lavoro oggi?
La maggior parte del mio tempo e’ dedicato a fare ricerca, a dirigere progetti di ricerca eseguiti dagli studenti che lavorano insieme a me, e ad insegnare. Inoltre dedico parte del mio tempo a scrivere sia articoli scientifici, che condividono con la comunita’ scientifica i risultati dei nostri studi, che progetti di ricerca, per ottenere i finanziamenti necessari portare avanti le nostre ricerche. Infine viaggio spesso per partecipare a conferenze internazionali dove presento e discuto i risultati delle nostre ricerche con esperti nel campo. La possibilita’ di scoprire i meccanismi alla base di malattie incurabili e sviluppare delle cure che possano cambiare la vita dei pazienti per il meglio e’ una delle piu’ grandi motivazioni della mia carriera. Durante il mio training ho iniziato a sperimentare la gioia della scoperta scientifica: esplorare la mia curiosita’ ed esprimere la mia creativita’ attraverso la ricerca rappresentano una delle grandi soffisfazioni a breve termine della ricerca. Condividere la mia conoscenza con gli studenti ed aiutarli a crescere professionalmente ed a sviluppare la propria linea di ricerca indipendente rappresentano un’altra grande soddisfazione del mio lavoro.
Quando era piccola cosa sognava di fare da grande? E’ sempre stata portata per le materie STEM?
Sin da piccola ero affascinata dalla ricerca scientifica. Ero molto portata per la matematica, fisica, astronomia, chimica e biologia. Con il passare del tempo ho sviluppato un forte interesse per la ricerca biomedica.
La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?
Da piccola sia i miei genitori che i miei insegnanti mi hanno sempre incoraggiata a coltivare le mie passioni e a seguire i miei sogni. Ero portata per la matematica, fisica, astronomia, chimica e biologia ed avevo un forte interesse per la ricerca biomedica. Grazie al supporto e all’incoraggiamento dei miei insegnanti e della mia famiglia, ho sempre creduto di poter intraprendere qualsiasi percorso di studio e di poter realizzare il mio sogno di diventare una ricercatrice biomedica. Per questo motivo dopo aver completato le scuole superiori ho deciso di fare il concorso per Biotecnologie Mediche all’Universita’ di Bologna. Durante l’ultimo anno di Universita’ ho ricevuto una borsa di studio per trascorrere un’anno all’estero e mi sono trasferita negli Stati Uniti per sviluppare un progetto di ricerca per la mia tesi di laurea. L’anno successivo ho iniziato il dottorato in Scienze Biomediche presso la University of Massachusetts Medical School. Grazie al supporto della mia famiglia mi sono trasferita in un altro continente per realizzare i miei sogni e sono rimasta qui negli Stati Uniti per piu’ di un decennio.
Ci sono barriere secondo lei che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Nel suo percorso lavorativo, ha mai incontrato difficoltà?
Durante il mio percorso di studio in Italia e di studio e lavoro negli Stati Uniti non ho incontrato discriminazione nei miei confronti come donna in STEM. Durante l’ultima fase del mio training, dopo il dottorato, ho notato che gli standard di valutazione erano diversi per uomini e donne. Le donne devono soddisfare standard molto piu’ alti per ottenere promozioni e posizioni di leadership, ed all’interno dell’ universita’ la percentuale di donne che vantano una posizione da professore in STEM e’ nettamente inferiore rispetto a quella degli uomini. Le donne rappresentano solo il 26% della forza lavorativa in STEM. Anche se il loro valore nel mondo della scienza e della tecnologia viene riconosciuto, le donne non riescono a raggiungere il massimo delle loro potenzialita’ e ad ottenere posizioni di rilievo. Questi dati possono scoraggiare ma per me hanno sempre rappresentato una sfida per contribuire in modo positivo ad aumentare il numero di donne in STEM che raggiungono le vette del successo. Per questo motivo ho deciso di dedicare parte del mio tempo libero per fare volontariato con l’associazione per le donne nella scienza (AWIS), e sono stata eletta presidente del Palo Alto Chapter. La missione di AWIS e’ di capire, tramite la ricerca, quali sono le barriere che le donne nella scienza devono superare durante il corso della loro carriera, e di contribuire allo sviluppo di soluzioni che possano garantire la “parita’ di genere sul lavoro” e facilitare l’avanzamento della carriera per le donne che aspirano a raggiungere posizioni di rilievo. Come presidente di AWIS Palo Alto, io ho l’opportunita’ di mettere in rilievo il contributo scientifico di donne che raggiungono livelli di eccellenza ma molto spesso non vengono riconosciute a causa dell’alta competitivita’. Inoltre posso offrire opportunita’, alle donne in STEM, di presentare il loro lavoro scientifico ai nostri membri e di essere nominate per e ricevere premi prestigiosi che possono facilitare l’avanzamento della loro carriera. Infine per ispirare le donne in STEM ed offrire loro dei mezzi per avanzare la loro carriera insieme al team di AWIS Palo Alto organizziamo ogni anno una serie di eventi focalizzati su leadership, comunicazione e networking. Questi eventi, insieme al nostro programma di mentoring, che quest’anno ha ricevuto un riconoscimento nazionale, lo Shooting Star Award, contribuiscono a supportare le donne in STEM nelle loro ambizioni e ad aumentare il numero delle donne in STEM in posizioni di rilievo.
Io sono stata molto fortunata ad avere fin da piccola un forte supporto da parte della mia famiglia e dei miei insegnanti che mi ha stimolata a coltivare la mia passione verso le materie scientifiche e a realizzare il mio sogno di diventare una ricercatrice. Questo supporto mi ha aiutata a sviluppare una grossa fiducia in me stessa e nelle mie capacita’ intellettuali. La discriminazione nei confronti delle giovani donne interessate nella scienza puo’ avere un impatto negativo nella loro crescita professionale. Credo che supportare le ragazze e giovani donne interessate nella scienza dimostrando loro che il loro contributo intellettuale puo’ avere un impatto positivo sulla societa’ puo’ avere delle implicazioni profonde sulla loro possibilita’ di avere successo e di prosperare nel campo della scienza nel futuro. Loro potranno incontrare delle difficolta sul proprio cammino ma se hanno una grossa fiducia in se’ stesse sapranno come superare le difficolta’ che si presenteranno sul loro percorso professionale. Come presidente di AWIS Palo Alto io partecipo annualmente come guidice alla Synopsis Science Fair, dove posso servire come modello femminile per le ragazze interessate nella scienza e stimolarle ad eccellere.
A suo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare le giovani donne agli studi STEM? Negli Stati Uniti va meglio? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?
Durante le scuole superiori ricordo che c’erano diverse iniziative per ragazzi e ragazze interessati alle materie scientifiche, per esempio le olimpiadi di matematica, fisica e chimica. Io sono sempre stata incoraggiata dai miei insegnanti a partecipare. Nel quarto anno di liceo scientifico ho partecipato alle olimpiadi di chimica dove ho vinto un premio a livello regionale. Attualmente in Italia ci sono diverse iniziative per promuovere la partecipazione delle ragazze alla scienza. A partire dal 2016 in Italia il Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca (MIUR), insieme al Dipartimento delle Pari Opportunita’ della Presidenza del Consiglio ha lanciato il mese delle STEM, per promuovere l’innovazione e le scienze nelle scuole tra ragazzi e ragazze. Nel contesto di questa iniziativa, gli Stati Generali dell’Innovazione e Commissione Europea, hanno organizzato un incontro, moderato da Luciana D’Ambrosio Marri, sociologa del lavoro, in cui ricercatrici, insegnanti ed imprenditrici hanno discusso le proprie esperienze nel campo del lavoro. Questo incontro e’ stato poi raccontato in un ebook, Yes We_STEM, pubblicato nella collana World of Wister, che e’ ora offerto gratuitamente nelle scuole per ispirare le ragazze alla scienza. Inoltre in Italia ci sono diverse associazioni che supportano le donne nella scienza, come per esempio
- L’ Associazione donne scienza che offre opportunita’ di crescita per le donne nella ricerca scientifica http://www.donnescienza.it
- L’AIDIA, un’associazione nazionale nata per difendere i diritti delle laureate nel campo dell’ingegneria e dell’architettura http://www.aidia-italia.org/default.aspx
- EPWS – European Platform of Women Scientists, istituita dalla Commissione Europea per promuove la partecipazione femminile nella scienza europea e rappresentare le esigenze delle ricercatrici europee nelle diverse fasi della carriera http://www.epws.org
Negli Stati Uniti l’Associazione per le donne nella Scienza (AWIS) e’ un’ associazione nazionale nata nel 1971 per difendere i diritti delle donne in STEM e per promuovere la loro crescita professionale cosi come la parita’ di genere. AWIS ha contribuito in maniera significativa a cambiare l’ecosistema delle donne nella scienza: ha guidato il governo americano, le Nazioni Unite, le industrie farmaceutiche e diverse organizzazioni professionali a sviluppare protocolli per promuovere la diversita’ e la parita’ del genere sul lavoro e per transformare in maniera positiva l’ecosistema scientifico per le donne. AWIS ha contribuito all’inclusione delle donne nei review panels dell’NIH (National Institute of Health), in modo che ci fossero dei “role models” femminili ad ispirare le ragazze e donne interessate a contribuire alla ricerca e ci fosse meno discriminazione nei confronti delle donne che richiedevano finanziamenti per i loro progetti di ricerca.
Negli Stati Uniti, oltre ad AWIS ci sono molte organizzazioni che si concentrano a coltivare l’interesse che le ragazze dimostrano nei confronti di diverse discipline scientifiche. Alcuni esempi sono le seguenti organizzazioni,
- National Girls Collaborative Project che si assicura che tutte le bambine abbiano accesso alle risorse necessarie per coltivare il loro interesse nella scienza
- National Math and Science Initiative che per migliorare il modo in cui gli argomenti STEM vengono insegnati nelle scuole contribuisce ad aumentare il numero di insegnanti specializzati in matematica e scienze nelle scuole superiori
- Million Women Mentors che connette donne affermate nel campo scientifico con ragazze e giovani donne interessate nella scienza, per guidarle attraverso ogni fase della loro carriera, e per assicurasi che non abbandonino la propria carriera a causa di discriminazione o difficolta’ professionali
Come possiamo migliorare la situazione? Penso che le giovani donne in STEM soffrano per una mancanza di modelli femminili a cui aspirare, per l’alto livello di competitivita’ che c’e’ nel campo scientifico e per il fatto che devono soddisfare standard altissimi rispetto alla controparte maschile per ottener una promozione ed avanzare nella propria carriera. Io penso che questi problemi si possano risolvere prendendo iniziative che supportino le donne nell’avanzamento della carriera, e che dimostrino come le donne in STEM sono apprezzate, come ad esempio
- Creazione, all’interno di aziende, di programmi di coaching per giovani donne in STEM che vogliono avanzare nella loro carriera
- Riconoscimento di donne di successo in STEM attraverso premi nazionali per aumentare la visibilita’ dei “role models” femminili
- Creazione, al livello nazionale, di programmi di leadership per donne in STEM gia’ affermate, che permettano loro di raggiungere posizioni di rilievo/leadership
Quale consiglio si sente di dare alle ragazze italiane che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?
Come ricercatrice, vorrei incoraggiare le ragazze e giovani donne interessate nella scienza a coltivare la propria passione per la scienza e a credere sempre nelle proprie potenzialita’, perche’ ognuno di noi e’ unico ed insostituibile e puo’ offrire soluzioni per altri impensabili o impossibili. Il mio consiglio e’ di aspirare sempre all’eccellenza, coltivare la propria curiosita’ intellettuale, pensare sempre al di fuori degli schemi e spingersi oltre i confini della conoscenza. E’ proprio li, ai confini della conoscenza, che c’e’ spazio per la scoperta di nuovi orizzonti, per la comprensione di cio’ che prima risultava incomprensibile. Vorrei concludere con una frase di Marie Curie, che ha raggiunto alti livelli di eccellenza nella ricerca e ha ricevuto due premi nobel nel corso della sua carriera: “Nothing in life is to be feared, it is only to be understood. Now is the time to understand more, so that we may fear less.” Marie Curie, Physicist, Chemist and Nobel Laureate
“Non bisogna temere nulla nella vita, bisogna solo capire. E’ arrivato il momento di capire di piu’ in modo che possiamo temere di meno.” Marie Curie
Nei momenti piu’ difficili sul vostro cammino, ricordate sempre di utilizzare l’intelletto per trovare soluzioni razionali alle sfide che la vita vi presenta, senza farvi sopraffarre dalla paura.
Ad Maiora Semper!