Ilaria Ventura

Color Control Manager presso INTERCOS

Gentile Ilaria, lei ha una laurea in Scienze Biologiche. Ci può raccontare cosa l’ha portata a verso le materie STEM? E’ sempre stata portata fin da piccola oppure è una passione maturata alle superiori?

In realtà non sono una di quelle persone che fin da piccole aveva ben chiaro cosa voleva fare da grande. Dopo le medie ho scelto il liceo scientifico guidata un po’ dai professori e un po’ da mio padre che teneva molto a questa scelta. Durante il percorso di studi ho sicuramente capite che le materie umanistiche non facevano per me, quindi sono stata naturalmente portata verso materie STEM nella scelta post-diploma. Mi attiravano diverse facoltà tra cui scienze ambientali, geologia o CTF, ma poi ho scelto biologia perché il piano di studi mi interessava maggiormente. Mi affascinava imparare a conoscere le dinamiche alla base della vita di tutti gli organismi.

Da oltre 20 anni è in Intercos, dove oggi è Color Control Manager. Ci può descrivere brevemente come è arrivata a questa scelta, il suo percorso lavorativo e di cosa si occupa?

Ho ricoperto diversi ruoli in questi anni. Ho cominciato sviluppando colori in laboratorio, poi sono passata alla ricerca, poi ho lavorato all’ufficio acquisti materie prime per finire poi al mio attuale ruolo. Nello specifico gestisco il gruppo che si occupa di effettuare i controlli in processo del bulk, cioè aspetto, colore ed odore. Il colore è un fattore molto importante per i nostri clienti, che fanno della gamma colore la loro forza. La sua gestione non è così semplice come si possa immaginare, poiché per problemi dovuti alla lavorazione e a differenze di forniture dei pigmenti contenuti nelle formule dei nostri prodotti, il colore difficilmente esce come dovrebbe. I nostri clienti definiscono uno standard colore e vogliono che ad ogni nuovo ordine per uno specifico prodotto, il colore venga riprodotto esattamente.
Noi ci occupiamo che le caratteristiche di ogni bulk (colore compreso), siano sempre uguali a quelle dello standard definito dal cliente.

Gli studi prima e il lavoro poi: le hanno lasciato tempo per la sua vita personale, per seguire la sua famiglia? Nel tempo libero riesce a seguire le sue passioni, a fare attività sportive?

Ho sempre cercato di ricavare tempo e spazio per le mie passioni personali dandomi delle priorità ed organizzandomi in funzione dei vari impegni. Durante gli studi giocavo a pallavolo a livello agonistico (ed era piuttosto impegnativo!) ma sono sempre riuscita a conciliare le due attività. Chiaramente c’erano momenti in cui mi trovavo a dover sacrificare la passione per il dovere, ma in generale non ho mai avuto grossi problemi arrivando a laurearmi un anno fuori corso, ma principalmente a causa della mia tesi sperimentale che è durata ben 2 anni. Successivamente, la famiglia ed il lavoro hanno assorbito la quasi totalità del mio tempo, quindi gli spazi per me stessa si sono notevolmente ridotti. Fortunatamente qualche momento di relax sono sempre riuscita a trovarlo. Oggi che i miei figli sono più grandi, riesco comunque a praticare dello sport che resta la mia grande passione.

Secondo lei esistono ancora barriere che impediscono alle ragazzine di avvicinarsi agli studi STEM? Esistono ancora ostacoli che impediscono alle giovani donne di fare carriera nelle professioni STEM? Lei ne ha incontrati? Cosa potremmo fare per migliorare le cose?



Può essere che le ragazze siano più portate a intraprendere delle strade in campo umanistico ed infatti, soprattutto per quanto riguarda le discipline tecniche, la presenza maschile è predominante. Onestamente io non ho incontrato particolari ostacoli dovuti al genere e credo che oramai non esistano più degli ostacoli oggettivi, se non i blocchi mentali e/o culturali personali delle donne stesse.
Personalmente ritengo inconcepibile che al giorno d’oggi una donna debba dipendere completamente dal proprio marito o compagno, anche avendone le possibilità economiche, e conosco molte donne che vogliono occuparsi sempre loro stesse dei loro figli, quando sono malati o seguirli sempre in prima persona per quanto riguarda la scuola o lo sport, non accettando che nonni o baby-sitter o chiunque altro si sostituiscano a loro. Si sentono in colpa quando non riescono a dedicarsi completamente ai propri bambini o ragazzi, pensando che questo possa influire negativamente sulla loro crescita emotiva. Questo credo sia il principale fattore limitante alla carriera di una donna e se non si dedica tempo al lavoro quando se ne presenta la necessità, sia in termini di extra time, sia in termini di spostamenti, difficilmente si potrà presentare l’occasione per fare carriera. Ma questo vfale per qualunque settore.

Spesso le ragazze considerano le materie STEM poco “creative”, le vedono come materie fredde e aride, oppure capita che pur avendo bei voti abbiano timore di non farcela a proseguire. Lei cosa ne pensa? Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Le materie STEM sono quelle che spiegano le dinamiche di tutto ciò che ci circonda e che danno la spiegazione a tutti i fenomeni naturali come la vita e la fisica, quindi non possono essere fredde ed aride: sono la risposta a tutte le domande che si ponevano i nostri antenati rispetto al mondo intorno a loro.
Come detto sopra, spesso siamo noi stesse a porci dei limiti, quindi il mio consiglio è che se vogliamo veramente qualcosa, le energie e lo spazio per raggiungere il nostro obiettivo si riescono sempre a trovare: non bisogna mai farsi scoraggiare dai propri timori. Anche se può sembrare difficile e bisogna lottare per raggiungere l’obiettivo, possiamo farcela a patto che lo vogliamo veramente.