Licia Troisi

Autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del Mondo Emerso, della Ragazza Drago e dei Regni di Nashira.

Cara Licia, dopo aver frequentato il Liceo Classico, si è laureata in Fisica con indirizzo astrofisico all'Università di Tor Vergata. Ci può raccontare cosa l’ha portata a scegliere le materie STEM? Come si è svolto il suo percorso di studi?

Ho sempre avuto interesse per la scienza, e fin da piccola volevo fare la scienziata. Ho solo cambiato spesso disciplina: all’inizio volevo diventare biologa, poi paleontologa, ho avuto anche il momento geologa. Verso i quindici anni ho capito che la cosa che mi interessava di più era l’astronomia. Il classico l’avevo scelto più che altro perché ero curiosa di imparare il greco.

Tra le altre cose è scrittrice di romanzi fantasy, autrice delle serie ambientate nel Mondo Emerso, La ragazza drago, I regni di Nashira, Pandora e la nuova serie de La saga del Dominio. Come è nata questa sua passione? Gli studi di astronomia le sono d’aiuto?

Ho sempre scritto, fin da quando ero piccola. È una passione che mi accompagna da sempre, ma non avevo mai pensato di farla diventare un mestiere, fino a quando non ho scritto le Cronache del Mondo Emerso e non ho provato a spedirlo alle case editrici, a ventitré anni. L’astronomia mi ha aiutata sia perché spesso mi ha fornito spunto per le mie storie, come è successo sia coi Regni di Nashira che col mio ultimo libro, Poe La Nocchiera del Tempo, sia perché mi ha dato un metodo di organizzazione del lavoro che mi è molto utile anche nella scrittura.

A suo parere, esistono ancora barriere per le giovani donne che scelgono studi e professioni STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Purtroppo sì, soprattutto di ordine sociale ed economico. Esiste il famoso soffitto di cristallo, che rende più difficile l’accesso alle donne alle posizioni apicali nella ricerca, e in generale continua a essere diffusa a livello sociale l’idea che la scienza non sia una cosa da donne. Questo ovviamente ci condiziona e ci rende tutto più faticoso. Io credo che sia moltissimo il lavoro da fare a livello sociale, di educazione soprattutto tramite la scuola, per sradicare i pregiudizi di genere e far conoscere il mondo delle scienze a bambine e ragazze.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Di armarsi solo di grande determinazione: è l’unica cosa che serve. Se sono appassionate, tanto basta per diventare delle ottime scienziate. E di non farsi condizionare dai pregiudizi della società, ma seguire solo le proprie passioni, che credo sia la cosa più importante, in generale, nella vita.