Lina Tommasella

ASTROFISICA, RESPONSABILE DELL'OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI ASIAGO, SEDE DEI MAGGIORI TELESCOPI DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA (INAF)

Lina Tomasella, laurea in Fisica e dottorato di ricerca in Astronomia, e’ ricercatrice INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) presso l’Osservatorio Astronomico di Padova e coordinatrice della sede osservativa di Asiago, dove sono operativi i maggiori telescopi ottici presenti sul suolo italiano, in particolare si occupa di supernovae, eventi esplosivi tra i piu’ energetici dell’universo. E’ membro attivo del gruppo italiano “Grawita” (GRAvitational Wave Inaf TeAm), dedicato alla ricerca e allo studio delle controparti elettromagnetiche di sorgenti gravitazionali. Giurata all’ European Union Contest of Young Scientist (e Presidente di Giuria per un biennio), e’ stata vincitrice di questo Concorso a Bruxelles nel 1989, presentando uno studio di biologia applicato agli ecosistemi ipogei. Due anni prima aveva gia’ vinto il primo premio del Concorso Philips per Giovani Ricercatori, aggiudicandosi una menzione d’onore nelle fase europea dello stesso concorso, sempre con un lavoro di biologia.

Ci può spiegare a grandi linee di cosa si occupa?

Mi occupo principalmente di esplosioni stellari, cioe’ dei processi fisici e chimici che regolano le fasi finali dell’evoluzione stellare e che sono noti come eventi di supernova. Cio’ accade dopo che una stella di almeno otto volte la massa del Sole ha gia’ bruciato al suo interno gli elementi piu’ leggeri (come l’idrogeno o l’elio), producendone di pesanti, fino a generare un nucleo di ferro. Il mancato innesco del bruciamento del ferro provoca prima il collasso del mantello stellare e successivamente la sua espulsione. Durante la fase esplosiva vengono prodotti e riversati nel mezzo interstellare gli elementi chimici che costituiscono tutto cio’ che conosciamo nel nostro universo, noi compresi. In alcune occasioni anche le stelle di piccola massa, come le nane bianche, possono esplodere come un tipo particolare di supernova. Questo puo’ avvenire se la nana bianca e’ parte di un sistema binario e accresce la propria massa tramite il trasferimento di materiale dalla compagna. Io sono un’astronoma osservativa, quindi raccolgo e analizzo la luce che arriva da questi eventi esplosivi tramite i telescopi (sia quelli presenti ad Asiago, sia dislocati in Cile o alle Canarie, grazie a collaborazioni internazionali) per classificare il tipo di supernova e, nei casi piu’ interessanti, per farne uno studio dettagliato. Essendo l’esplosione di supernova uno tra i potenziali meccanismi di produzione delle onde gravitazionali, sono coinvolta nel progetto italiano Grawita che si occupa della ricerca e studio di controparti elettromagnetiche di queste sorgenti.

Come è arrivata al dottorato in Astrofisica, a diventare responsabile della stazione osservativa di Asiago, quella con i più grandi telescopi ottici in Italia? Qual è stato il suo percorso di studi?

Dopo il Liceo, ho scelto Fisica per la mia formazione universitaria perche’ ho sempre amato le materie scientifiche, e una laurea in Fisica mi e’ sempre parso il modo migliore per comprendere il funzionamento intrinseco delle cose. L’idea iniziale era poi di specializzarmi in biofisica, ma una serie di eventi e di incontri mi hanno condotta alla specializzazione in Astrofisica e al dottorato in Astronomia. Dopo alcuni anni all’estero sono diventata ricercatrice presso l’Osservatorio di Padova e sono stata assegnata alla sua sede osservativa di Asiago.

Quando era piccola cosa sognava di fare da grande? E’ sempre stata portata per le materie STEM?

In realta’ la mia personalita’ e’ sempre stata poliedrica e alla passione per le scienze ho sempre affiancato quella per l’arte (amavo molto dipingere!), per la letteratura, per lo sport (praticavo l’arrampicata sportiva e la speleologia). Pero’ gia’ nei primi anni del Liceo sognavo di diventare una ricercatrice in ambito scientifico.

La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? Le è stato utile? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

Ho incontrato degli ottimi insegnanti nel mio percorso e questo sicuramente ha contribuito a creare delle solide basi fisico-matematiche e nelle scienze in generale. Credo che la scuola abbia un ruolo decisivo e una enorme responsabilita’ per la futura crescita dei ragazzi. Bisognerebbe che la scuola fosse in grado di attirare i migliori talenti per l’insegnamento, ma purtroppo negli ultimi anni non sempre e’ cosi’. I miei genitori hanno sempre assecondato e sostenuto le miei scelte.

Quali sono le doti che le hanno permesso di riuscire? Come è riuscita ad affermarsi in questo mondo tutto sommato ancora molto “maschile”?

La tenacia credo sia una componente fondamentale per la propria affermazione, in qualunque campo, tanto quanto le capacita’ innate, lo studio e la preparazione.

Ci sono barriere secondo lei che generano discriminazione nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Nel suo percorso lavorativo, ha mai incontrato difficoltà? Ricorda un episodio?

Tutto sommato all’inizio della carriera le opportunita’ ci sono anche per le donne, io credo in modo uguale agli uomini. Successivamente pero’ la strada per noi donne e’ in salita , anche per gli impegni familiari che tipicamente abbiamo ancora in misura maggiore rispetto ai nostri compagni. Questo e’ dimostrato dalla presenza equilibrata tra donne e uomini nelle fasce dei ricercatori e dalla forbice che si apre sempre piu’ man mano che si sale nella scala gerarchica (associati e ordinari, o primo ricercatore e dirigente di ricerca).
Personalmente le difficolta’ maggiori nel progredire nella carriera sono cominciate con le maternita’: in un ambiente cosi’ competitivo come quello della ricerca, le inevitabili pause e i successivi rallentamenti quando si hanno dei bambini, non mi pare siano mai presi in considerazione nelle valutazioni, se non come “nota negativa”...

A suo parere, l’Italia sta facendo abbastanza per orientare le giovani donne a studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

Ci sono molte singole iniziative importati per orientare i ragazzi in generale, e le donne particolari, verso gli studi scientifici. Pero’ a volte le ragazze non conoscono queste opportunita’, penso ad esempio ai vari concorsi scientifici, come EUCYS (European Union Contest of Young Scientist, con la sua fase italiana), alle olimpiadi di matematica , fisica, astronomia, ai “giochi matematici” … Io credo che gli insegnanti abbiano un ruolo fondamentale nell’orientamento: se sono appassionati coinvolti, faranno amare cio’ che insegnano e sapranno anche fare da “ponte” tra tutte queste iniziative e i loro studenti e studentesse piu’ portati per le STEM.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Consiglio di perseguire le proprie passioni, con molta tenacia e determinazione!
Tanto piu’ che gli studi scientifici possono dare importanti sbocchi professionali, e questo, se supportato dalla passione, puo’ essere un motivo in piu’ per intraprendere questa strada.