Luisa Torsi

Docente di Chimica dell’Università di Bari. È stata la prima donna Presidentessa della European Materials Research Society (EMRS). Nel 2019 è stata nominata dall’International Union of Pure and Applied Chemistry tra le world’s most Distinguished Women in Chemistry.

Membro del board della Fondazione Leonardo. A maggio sarà premiata dal Presidente Austriaco che le consegnerà la Wihelm Exner Medal, assegnata, fra gli altri, al nostro connazionale e premio Nobel, Guglielmo Marconi. E’ inoltre membro del Consiglio Scientifico del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

In Topolino dell’8 Marzo 2020, è diventata Louise Torduck, “chimica nota per la sua macchina degli odori”, con Barbara Caputo (Barb Quackut) ospiti del numero speciale creato da Topolino e Panini Comics, insieme a Fondazione Bracco, per il progetto #100esperte.

 

Prof.ssa ci può raccontare cosa l’ha portata a scegliere di laurearsi in Chimica?

E’ stato un percorso naturale, sono sempre stata curiosa e attratta dal capire quello che mi circonda. Ho sempre sentito, inoltre, una propensione per le materie STEM anche, probabilmente, perché sono figlia di uno scienziato. Mio padre amava rispondere alle mie domande ed ha quindi assecondato la mia curiosità.

E’ sempre stata portata per le materie STEM?

Penso di si, certamente le discipline STEM mi hanno sempre appassionato e i problemi di matematica a geometria erano una sfida che mi appassionava sin da ragazzina.

Quando era piccola cosa sognava di fare da grande?

Pensavo di fare l’insegnate, mi vedevo professoressa di matematica e fisica al liceo. Era quello che pensavo fosse adatto ad una donna che desiderava avere anche una famiglia. Poi durante la mia tesi di laurea sono entrata per la prima volta in un laboratorio di ricerca ed ho capito che il mio cuore voleva stare li.

Abbiamo letto del suo impegno per spronare le ragazze allo studio delle STEM. Le chiediamo se è possibile che vedano le STEM come materie aride e poco creative?

Non c’è nulla di più creativo del capire l’essenza di una formula di chimica o quello che c’è al di là di un’equazione di fisica. Il formalismo, che è una barriera, è solo ciò che si vede in superficie. Serve a rendere l’equazione o la legge il più generale possibile. Imparare, magari a memoria, solo la formula è come studiare storia dal Bignami o i classici da un’antologia. Bisogna scoprire cosa c’è oltre la formula e questo richiede rigore ma anche con grandissima creatività. Sembra un ossimoro ma mentre il rigore ti tiene nel binario di ciò che è esatto, la creatività ti aiuta a capire le implicazioni più svariate e ad immaginare e concepire le applicazioni più disparate. Inoltre, è la creatività che porta a concepire nuovi orizzonti o interpretare nuovi fenomeni, che vanno poi vagliati attentamente con estremo rigore. Il viaggio attraverso la scienza e la tecnologia è uno fra i più entusiasmanti che si possano fare, bisogna solo avere il coraggio di andare al di là del formalismo. In questo un buon insegnante è sicuramente importantissimo.

Se fosse anche per quello che scelgono altre materie?

Può essere ma si precludono l’esperienza entusiasmante del capire i fenomeni che ci circondano. Per carità le discipline umanistiche e sociali sono bellissime ed io stessa sono sempre stata appassionata di filosofia. Ma la bellezza delle materie STEM è meno palese ma non meno affascinante.

Secondo lei l’Italia sta facendo abbastanza per migliore le cose?

Siamo ancora un paese in cui se non conosci Dante e Boccaccio sei sicuramente un ignorante se non sai risolvere un integrale sei uno a cui non piace la matematica.

Cosa dovremmo fare?

Questo atteggiamento, a mio avviso, dovrebbe cambiare anche perché il mondo in futuro sarà sempre più incentrato sulle tecnologie e richiederà sempre più basi scientifiche e tecnologiche solide.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Io sono un’appassionata del mio lavoro e non posso che suggerire loro di seguire la passione e cercare di non farsi influenzare da idee stereotipate che ci fanno percepire le materie STEM come aride e non adatte al nostro modo di affrontare le cose. Non se ne pentiranno ed inoltre avranno molte più chance di trovare un lavoro.