Manuela Grassi

Fisica delle particelle elementari Responsabile del Settore Operativo “Hazloc & Pressure Equipment" presso l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ)

Gentile Manuela, ha una laurea triennale in fisica e poi una specialistica in Fisica delle particelle elementari, ci può raccontare come è giunta a scegliere le materie STEM? E’ sempre stata portata fin da piccola?

Sono sempre stata portata sia per le materie scientifiche sia per quelle umanistiche, ma nel corso degli anni di studio ho incontrato professoresse di scienze e matematica che mi hanno stimolata verso la scelta di questo percorso universitario.

E’ molto giovane ma è già Responsabile di di un Settore Operativo in IMQ, l’ente italiano leader nel settore della valutazione della conformità e certificazione di prodotto e di sistemi di qualità e di gestione aziendali. Ci può descrivere brevemente di cosa si occupa?

Il settore operativo di cui sono responsabile si occupa principalmente di eseguire test e valutazione di prodotto ai fini del rilascio di un certificato UE per apparecchi che ricadono sotto la Direttiva Europea ATEX, che riguarda dispositivi installati in zone potenzialmente esplosive.
Il campo di azione di tale Direttiva è molto ampio e mi ha permesso di affrontare la valutazione dei più disparati oggetti, dai prodotti destinati all’Oil&Gas ai componenti installati negli elettrodomestici.
Come responsabile gestisco sia le risorse umane a me affidate sia seguo il continuo upgrade normativo legato alla Direttiva, non disdegnando anche l’esecuzione io stessa di alcune prove e la redazione delle relative procedure di test.

Ci può raccontare come è cominciato il suo percorso lavorativo dopo gli studi? Come ha costruito la sua carriera? Quali sono le caratteristiche, le qualità che ritiene siano necessarie?

Dopo aver conseguito la laurea specialistica, decisi di non voler continuare con la carriera universitaria in quanto mi avrebbe costretto a espatriare. Essendo il mio percorso di studi orientato a un approccio sperimentale, mi indirizzai da subito verso la ricerca di un posto di lavoro in un laboratorio di prova.
La prima opportunità fu in un piccolo centro di test accreditato per esecuzione di prove su pannelli fotovoltaici e prodotti per zone potenzialmente esplosive. Da lì scoprii poi il mondo della certificazione UE e mi appassionai all’ambito ATEX, decidendo di approfondire la materia con l’obiettivo di spostarmi in enti di certificazione più grandi, per poter crescere professionalmente. Approdai così in IMQ nel 2017 .
Personalmente ritengo che sia fondamentale a livello lavorativo essere flessibili, determinati e proattivi. Cercando sempre di volere e calcolare ogni passaggio e di propendere al cambiamento e all'auto-iniziativa, in questo modo anche gli imprevisti di percorso possono essere gestiti efficacemente.

Durante il suo percorso di studi prima e lavorativo poi, ha percepito differenze di genere? Lei stessa ha incontrato difficolta?

Ho frequentato l’Università dell’Insubria a Como ed eravamo un numero esiguo di ragazzi/e a seguire il percorso di Fisica, equamente ripartiti (5 ragazzi e 5 ragazze). Non ho mai percepito nessuna discriminazione, anche perché il mondo della Fisica ha grandi esempi di donne che hanno apportato un importante contributo e anche il numero di professoresse in università era equamente ripartito con il numero dei professori.
Invece nelle precedenti esperienze lavorative, purtroppo mi è capitato di dover affrontare discriminazioni e di dover fronteggiare una mentalità molto chiusa essendo il lavoro tecnico di laboratorio generalmente associato più a figure maschili. In generale ho sempre percepito la necessità di dover dimostrare qualcosa di più per poter avere credibilità ed affermarmi come donna in posizioni ricoperte generalmente da uomini e di non farmi mai vedere così “debole”.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Di non farsi scoraggiare da chi chiederà loro “e poi dopo l’università cosa farai?”, me lo sono sentito dire innumerevoli volte, eppure eccomi qui. L’importante è essere determinati nelle proprie scelte. Gli sbocchi lavorativi per una ragazza con una laurea scientifica sono molti e se nel caso non ci fosse nulla che aggrada, c’è sempre la possibilità di crearsi un proprio ruolo lavorativo magari meno convenzionale.