Margherita Caruso

Ingegnere biomedico e gestionale, Project Lead Il Cielo Itinerante.

Gentile Margherita, lei si è “pluri” laureata al Politecnico di Milano, con una laurea triennale in ingegneria biomedica e una laurea magistrale in ingegneria gestionale, ha anche l’abilitazione di ingegnere industriale. Com’è giunta a questa scelta? E’ sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola? La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso?

Difficile dire da dove provenga questa scelta e quanto, ai tempi, sia stata consapevole. Ho frequentato il liceo classico in un momento in cui le materie scientifiche erano al suo interno molto poco valorizzate. Sono stata però fortunata ad incontrare una professoressa di matematica che, colta un mio interesse, ha saputo appassionarmi e spronarmi, tanto da farmi arrivare a portare una tesina sull’evoluzione sperimentale del campo elettromagnetico alla maturità! Sulla fine del liceo ho fatto e passato il test per fare medicina, ma poi…non me lo sentivo, la “pancia” ha sempre giocato un ruolo importante nelle mie decisioni. Ho fatto il test al Politecnico un po' affascinata da questa materia apparentemente così lontana da me, che mi sembrava così difficile, inaccessibile, e per questo molto affascinante. Ho iniziato e poi il resto è venuto da sé. Ho fatto molta fatica all’inizio, non ero stata abituata a “ragionare matematico” ma, come tutto, ci si allena e pian piano i successi – fatico, e per questo molto belli – sono arrivati.

Dopo la laurea ha lavorato in Alkemy in Jakala, ha co-fondato Officine Italia, uno spazio di confronto e dialogo dove i giovani possono dare forma alle proprie idee attraverso processi di co-creazione e un approccio interdisciplinare. Ci può descrivere il suo percorso professionale? in questo momento si occupa di qualcosa in modo particolare? Ha qualche progetto per il futuro, un sogno nel cassetto?

Dopo la laurea e una prima esperienza da consulente, sono tornata a studiare conseguendo un MBA al Collège des Ingenieurs: l’esperienza di Officine Italia mi ha aperto gli occhi su una fetta di mondo, professionale e personale, che mi stavo un po' perdendo. Ho capito quanto fosse per me importante percepire l’impatto e il contributo che il mio lavoro poteva avere, anche se in piccolo, sulla società o una parte di essa. Il Master mi ha aiutato a fare chiarezza e aiutato a lanciarmi in quelli che si sono poi rivelati due anni meravigliosi come Project Lead per l’Associazione Il Cielo Itinerante. Lavorare nel terzo settore, mi ha dato la possibilità di sperimentarmi come professionista e di esaudire quel desiderio di spendermi per una causa in cui credevo profondamente. In due anni grazie alle attività dell’associazione abbiamo raggiunto oltre 3000 bambini provando a trasmettere loro l’importanza e la bellezza della matematica e delle scienze. Progetti per il futuro tanti, alcuni in arrivo, altri per fortuna ancora a me sconosciuti.

Abbiamo letto che è anche Junior Fellow di Aspen, Portfolio Manager al MIND (Milano Innovation District), Presidente della Commissione Innovazione e digitalizzazione del Comune di Milano, ed infine anche Project Lead del bellissimo progetto Il Cielo Itinerante, che noi di STEAMiamoci amiamo moltissimo e supportiamo con tutte le nostre forse. Nel suo percorso di studi o nella sua carriera, ha incontrato difficoltà in quanto donna? Ha notato particolari problematiche per le ragazze?

Come donna mi sento molto fortunata perché ho incontrato sul mio percorso tante persone e professionisti che non mi hanno mai ostacolata, ma anzi supportata e stimolata in questi anni di crescita. Certo è che, soprattutto in contesti più svantaggiati – ma non solo – forti barriere culturali e bias da cui non riusciamo a liberarci costringono le donne a relegarsi in spazi più piccoli di quelli che spetterebbero loro. E devo dire che, crescendo, qualche prima ansia o comunque domanda comincia a sorgermi: riuscirò a conciliare la mia ambizione e l’essere una buona mamma? Un uomo si fa le stesse domande? Non lo so. In ogni caso penso sia molto importante continuare a investire su quanti più role model possibili, avere davanti a noi donne in gamba, determinate, ambiziose, coraggiose darà altrettanto coraggio e forza alle giovani donne di oggi.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Consiglierei loro di ascoltarsi, di buttarsi, di sbagliare.