Maria Betti

ex-direttore presso la Commissione Europea e le Nazioni Unite per l'ambiente e l’energia, Presidente Consiglio Scientifico Istituto Oceanografico - Monaco, Presidente Associazione Dante Alighieri Comitato di Monaco

09/04/2024

European Commission, JRC, Directorate G for Nuclear Safety and Security, Karlsruhe, Germany.

Maria Betti has a doctoral degree in Chemistry with a specialization in Environmental-, Instrumental- and Radiochemistry. Before joining the European Commission (EC) in 1991, she served at the Italian National Research Council and the department of Chemistry and Industrial Chemistry of the University of Pisa, Italy, here she continued to lecture until 2012. In March of 1991, she joined the EC at the DG JRC-ITU. From August 2008 to October 2012 she was the Director of the NAEL Division of the IAEA. In 2012 she received the “Prix Monte-Carlo Femme de l’Année” award for the establishment, after the RIO+20 Summit, of the International Centre on Ocean Acidification at the IAEA office in the Principality of Monaco. From 2004 to 2008 she chaired the JRC Women and Science Network. From 1 October 2012 she was director of the EC, JRC Institute for Environment and Sustainability located in Ispra, Italy. As of 16 April 2015 she is Director of the EC, JRC – Directorate G for Nuclear Safety and Security. In November 2016 Maria Betti was honored with the distinction by the Ordre de Saint Charles of the Principality of Monaco.

Dott.ssa Betti, ha un dottorato di ricerca in Chimica con specializzazione in chimica ambientale, strumentale e radiochimica. Com’è giunta a questa scelta? È sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola? La sua famiglia o forse la scuola, l’hanno sostenuta nella scelta?

In realtà non mi sono mai posta la questione per che cosa fossi portata: studiavo disciplinatamente e questo impegno portava sempre buoni risultati a volte eccellenti. La domanda che mi ponevo era che cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande. Sono sempre stata e lo sono ancora oggi molto curiosa e mi piace andare a fondo nelle questioni analizzandone tutti i possibili aspetti e studiare scenari diversi per trovare soluzioni. Vengo da una famiglia mista STEM e umanista, comunque ho frequentato il liceo classico intitolato a Galileo Galilei – emerito pisano – ma più STEM che umanista. E comunque penso che scienza e tecnologia vadano di pari passo e siano nella cultura italiana entrambe un’eccellenza e la contraddistinguano in modo unico. L’educazione ricevuta a scuola – sin dalle scuole elementari – che in famiglia, dove il valore veniva dato al merito e il risultato si ottiene con l’impegno ed il lavoro, che ha modellato la mia forma mentis, e la mia curiosità mi hanno portato a dirigermi verso la tecnologia e la scienza pur adorando la filosofia.

Per oltre 10 anni è stata Direttore presso la Commissione Europea e le Nazioni Unite per l’ambiente e l’energia; in precedenza è stata ai vertici dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Ci può descrivere il suo percorso professionale? Ha mai incontrato difficoltà in quanto donna?

Il mio grande sogno fin da piccola è stato di poter lavorare in organizzazioni internazionali, e credo di essere riuscita a renderlo una realtà.
Ho iniziato ad andare a studiare all’estero molto presto. Dopo un tirocinio al Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea a Ispra (Varese), con una borsa di studio ottenuta da una fondazione svedese tramite il ministero degli esteri italiano, ho potuto studiare in Svezia e negli Stai Uniti. Poi sono diventata ricercatrice e dopo qualche anno ho vinto un concorso alla Commissione Europea nel centro Comune di Ricerca localizzato in Germania a Karlsruhe occupandomi di chimica analitica nucleare. Centro di cui alla fine della mia carriera, dopo essere passata per la direzione dell’ambiente marino e terrestre alle Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica e per la direzione dell’ambiente e sviluppo sostenibile della Direzione Generale Centri Comune di Ricerca della Commistione Europea, sono diventata direttore. Il mio ultimo direttorato è stato molto complesso. Aveva la responsabilità della ricerca sui temi di sicurezza nucleare e aveva sedi in altri tre stati membri dell’UE – Belgio. Italia e Olanda – oltre che alla Germania.
Credo che le difficoltà le incontrino sia gli uomini che le donne. Nel caso delle donne, credo che esse siano molto più attente a non commettere errori perché percepiscono che il prezzo da pagare potrebbe essere molto più alto di quello che pagherebbe un collega dell’altro genere che avesse commesso lo stesso errore.
E comunque si, chiaramente nelle posizioni che ho rivestito mi sono trovata in molte situazioni di difficile gestione ma fa parte delle responsabilità del ruolo.

Molte ragazze pensano che gli studi STEM offrano tutto sommato pochi sviluppi di carriera ristretti in ambito ricerca, insegnamento, azienda … nel suo caso invece le hanno permesso di intraprendere una carriera ampia e variegata, anche in ambito diplomatico, al servizio della comunità.

Come ho già detto il mio sogno da piccola era lavorare da grande in organizzazioni internazionali. Questo è stato possibile anche con una formazione STEM. Diciamo che sono stata molto fortunata, ho fatto tutto quello che volevo fare: la ricerca, l’insegnamento come professore a contratto per circa dieci anni. Non ho mai lavorato in un’azienda anche se all’inizio della carriera ho lavorato per una impresa privata dirigendo il laboratorio di analisi chimiche, ma ho avuto progetti di ricerca che poi sono stati trasferiti ad imprese. La parte più interessante è stata lavorare con le istituzioni come persona di scienza e fornire dati ed informazioni rilevanti per poter prendere decisioni politiche, giuste o sbagliate che fossero. Essere STEM, se così vogliamo dire, mi ha dato l’opportunità di analizzare le diverse situazioni decisionali con visioni con un più ampio raggio di riflessione.

Attualmente è Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Oceanografico di Monaco ed inoltre Presidente dell’Associazione Dante Alighieri di Monaco. I suoi molteplici interessi sono testimonianza della sua grande cultura e del suo impegno sociale. Ha qualche progetto per il futuro? Un sogno nel cassetto?

Credo che questi due incarichi di cui sono onorata di rivestire al momento esprimano pienamente la mia convinzione che la cultura umanistica e scientifica devono camminare di pari passo. Ritengo che poca importanza venga data alla scienza e tecnologia e che sia un dovere di coloro che hanno la fortuna di poter divulgare come la tecnologia possa migliorare la nostra società ed aiutarla a far fronte alle sfide a cui viene incontro, di farlo senza indugio. Quindi il mio sogno - non nel cassetto ma fuori del cassetto - è perseguire questo scopo e soprattutto contribuire a dare consapevolezza ai giovani che devono scegliersi il futuro che vogliono e non lasciarlo scegliere agli altri.

Secondo lei, nel nostro Paese esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM o alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Non mi piace dare giudizi su quello che si deve fare o non fare, credo comunque che la cultura tecnologica e scientifica debba essere considerata nobile come la conoscenza della letteratura, della filosofia e della storia perché tutto insieme contribuisce allo sviluppo del pianeta e del genere umano.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Non dire mai “non mi riesce, non ce la faccio”!
Se hanno interesse per le materie STEM, sono disciplinate e resilienti e credono nel valore del merito e dell’impegno, abbandonino i timori e affrontino il loro futuro con tenacia e perseveranza. Possono farcela.