Roberta Russo

Cloud Business Manager (Hewlett Packard Enterprise)

Ci può raccontare di cosa si occupa e in cosa consiste il suo lavoro?

Lavoro in Hewlett Packard Enterprise, azienda leader in ambito tecnologico, e mi occupo di supportare i clienti (aziende pubbliche e private, grandi e piccole) nel loro percorso di trasformazione digitale. In particolare coordino un team internazionale (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia ed Israele) di “business managers” che, ciascuno per la propria area di business (cloud, servizi di gestione dell’infrastruttura, servizi di supporto), supporta la forza vendita, prevendita e i clienti stessi nella scelta delle migliori soluzioni tecnologiche. E’ necessario avere delle competenze tecniche per conoscere le soluzioni, ma anche “soft skills” come la capacita’ di relazionarsi con il cliente ed i colleghi e lavorare in team. Il mio lavoro mi piace molto perche’ mi permette di essere sempre a contatto con colleghi di nazionalita’ e background diversi. Inoltre in HPE sono sempre al centro dell’innovazione tecnologica, cosa che mi ha sempre appassionata!

Si è laureata in ingegneria elettronica, cosa l’ha portata a scegliere questo corso di studi? E’ sempre stata portata per le materie STEM?

Da bambina sognavo di fare l’inventore o l’investigatore privato. Mi e’ sempre piaciuto risolvere problemi complessi, scoprire il colpevole in un romanzo giallo. Ero bravissima a risolvere il cubo di Rubik.
Con mio papa’ (ingegnere elettronico...mi avra’ ispirato?) mi divertivo a creare dei piccoli circuiti elettrici per accendere una lampadina con una batteria. Le materia scientifiche mi sono sempre piaciute soprattutto la matematica. Anche se a scuola andavo bene in tutte le materie, il bello della matematica (dalle elementari all’universita’) e’ che non occorre studiare molto: basta capire i concetti e ti restano in mente!
Quindi ho sempre saputo che avrei fatto il liceo scientifico e poi al momento dell’universita’ ho scelto ingegneria perche’ mi sembrava, tra le facolta’ scientifiche, la piu’ ampia, cioe’ quella che mi avrebbe dato piu’ possibilita’ di scelta lavorativa.

Secondo lei ci sono ancora barriere nei confronti delle donne che vogliono entrare o avanzare nelle carriere scientifiche? Nel suo percorso lavorativo, ha mai incontrato difficoltà?

In realta’ , purtroppo, ci sono barriere e disciminazioni nei confronti delle donne in ogni ambito, non solo nelle carriere scientifiche. Ovviamente negli ambiti dove ci sono tradizionalmente piu’ uomini, come quelli piu’ tecnologici, le barriere sono piu’ accentuate. Vengono spesso definite “unconcious bias” (pregiudizi inconsci) nel senso che chi fa le scelte relative alle promozioni, agli aumenti di stipendio etc, nella maggior parte dei casi e’ convinto di essere equo e di non avere pregiudizi di genere, ma alla fine viene spontaneo scegliere persone simili a se. Quindi nelle aziende dove il top management e’ costituito prevalentemente o esclusivamente da uomini il rischio e’ che la scelta per le promozioni ricada su ulteriori uomini, a meno che non ci siano delle politiche aziendali che aiutino questo cambiamento.

Lei si occupa attivamente in prima persona di guidare alcune iniziative per avvicinare le ragazze al mondo STEM (eventi di coding e altro). A suo parere, cosa si potrebbe fare in Italia per incoraggiare ed esortare le giovani donne ad intraprendere studi STEM?

Secondo me si sta facendo molto, ma onestamente non sono sicura che venga fatto nel modo giusto.
Ci sono tanti corsi ed opportunita’ destinati esclusivamente alle ragazze, come se avessero bisogno di un trattamento particolare, mentre hanno esattamente le stesse capacita’ dei loro coetanei maschi. Non dico che non siano utili, ma secondo me e’ piu’ importante avere un atteggiamento inclusivo in eventi/corsi destinati a tutti.
Io ad esempio coordino il club di coding di Hewlett Packard Enterprise (CoderDojoHPE), per bambini e ragazzi dagli 8 ai 15 anni, gratuito ed aperto a tutti (maschi e femmine). Il nostro CoderDojoHPE e’ frequentato al 50% da bambine e ragazze e piu’ del 50% dei mentor sono colleghe donne, ma questo l’abbiamo ottenuto creando un ambiente inclusivo e non imponendo dei criteri di accesso basati sul genere.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

Consiglierei di farlo, senza alcun dubbio! Le materie STEM sono affascinanti da studiare e danno garanzia di trovare un lavoro appassionante e stimolante. Cosa chiedere di piu’?