Sabrina Malpede

Co-fondatrice ed Amministratore Delegato ACT Blade Ltd. Co-fondatrice e direttore di SMAR Azure Ltd Vincitrice del 1° European Tech Women Awards.

Gentile Sabrina, lei ha una laurea in Ingegneria Aereonautica, conseguita all’Università Federico II di Napoli, ed ha inoltre un Ph.D in Aerospace Engineering dell’University of Glasgow e poi ha frequentato vari corsi di formazione per managers alla London Business School. Ci può raccontare cosa l’ha portata a scegliere le materie STEM? Come si è svolto il suo percorso di studi?

Grazie della domanda, mi permette così di ringraziare in primis i miei genitori e poi tutti gli insegnanti che mi hanno continuamente stimolato ad accrescere le mie conoscenze, incoraggiato ad impegnarmi al meglio e a scegliere in maniera critica. Mi sento, per questo, molto privilegiata.
Certo, la scelta di iscrivermi ad Ingegneria Aeronautica, avendo conseguito un diploma di Liceo Classico non era ovvia. E’ stata, invece, il risultato di riflessioni e discussioni con persone impegnate in vari settori.
Da un lato, ero certa che studiare matematica e fisica era molto interessante: sono sempre stata curiosa di capire il perché ed il come di quello che mi circondava. Poi sono stata anche incoraggiata dal fatto che -grazie agli studi classici- sicuramente avevo acquisito - se non competenze di calcolo- competenze analitiche e pensiero logico per affrontare studi scientifici. Non ho avuto dubbi sulla scelta di diventare ingegnere aeronautico, perché amo moltissimo viaggiare e potevo contribuire effettivamente allo sviluppo di tecnologie relative. Infine, sapevo che al conseguimento della laurea sarei stata libera di scegliere tra tante carriere.
Ad ingegneria ho incontrato amici motivatissimi: abbiamo studiato tanto, ma con grande soddisfazione ci siamo laureati insieme ed -immediatamente- trovato tutti subito un lavoro in aree diverse. Dopo qualche mese, però, avendo ricevuto l’offerta di un dottorato di ricerca presso la Glasgow University, sono partita perché era per me un’ulteriore possibilità di approfondire e partecipare alle nuove sfide ingegneristiche. Poi, era la mia prima esperienza di studio all’estero in una lingua non mia.
Al conseguimento del dottorato, ho poi iniziato a valutare la carriera accademica e quella imprenditoriale. Dopo qualche anno, come Research Fellow al Mechanical Engineering Department dell’Imperial College di Londra, e qualche corso in imprenditoria, ho capito che era per me più interessante e entusiasmante provare a creare un’impresa dove poter sperimentare tutta le fasi di sviluppo di un prodotto tecnologico, dalla sua ideazione allo sviluppo e commercializzazione. Nel 2003, avendo vinto una Enterprise Fellowship della Royal Society of Edinburgh di un anno, ho potuto lasciare il mio lavoro all’Imperial College e creare la nostra prima impresa. Ma poi per trasformarmi da ingegnere ad imprenditrice è stato necessario acquisire nuove competenze di natura economica ed amministrativa, ma anche capacità per vendere e sviluppare prodotto/impresa.

E’ molto giovane ma ha già fondato una start up di successo come ACT Blade Ltd nel Regno Unito e ha brevettato le innovative pale eoliche realizzate in tessuto tecnico, simile a quello usato anche per le gare velistiche, quindi più leggere, più facili da trasportare, più lunghe e riciclabili. Ora si sta occupando dell’espansione internazionale, e tra l’altro aprirà una sede anche in Italia. Ci può descrivere il suo percorso professionale? Come è cominciata la sua carriera dopo gli studi? Quali sono state le scelte che ha dovuto affrontare?

Grazie delle sue considerazioni, ACT Blade è la seconda impresa di natura tecnologica che ho co-fondato.
Tutto è iniziato durante gli ultimi e stressanti mesi del dottorato, dedicati completamente alla scrittura. Grazie al suggerimento del Dott. Alessandro Rosiello, co-fondatore con me della nostra prima impresa, SMAR Azure Ltd, ci siamo iscritti ad un corso serale presso un centro di formazione della Strathclyde University creato per stimolare e supportare dottorandi di materie scientifiche a sviluppare imprese di natura tecnologica. Lì, abbiamo iniziato a pensare come sfruttare commercialmente la tecnologia creata con il mio dottorato e così è nata l’idea di SMAR Azure nell’estate 2001. Qualche piccolo premio monetario vinto ci ha permesso di sviluppare il piano di impresa. Nel 2003, grazie all’Entreprise Fellowship della Royal Society of Edinburgh ho potuto lasciare il lavoro accademico e potermi dedicare a SMAR Azure. Durante i 12 mesi della fellowship, ho creato il gruppo di lavoro e nel 2004 ho vinto il premio SMART Scotland Award per lo sviluppo di un nuovo prodotto nel campo della progettazione di armi velici, che ci ha permesso di fondare SMAR Azure Ltd ed attuare il nostro piano di sviluppo. Oggi SMAR Azure è ancora leader mondiale di pacchetti software per la progettazione di vele ed armi velici, usati da più di 200 imprese in 30 paesi, tra cui anche l’ente di certificazione RINA che utilizza uno dei nostri prodotti per la certificazione di armi velici.
Nel 2014, mentre lavoravamo per l’America’s Cup, abbiamo ideato un nuovo tipo di pala eolica, la ACT Blade, a valle di processo di analisi strategica con l’intero esecutivo di SMAR Azure. Dopo analisi iniziali, abbiamo fondato ACT Blade Ltd nel 2015. Gli ultimi anni sono stati molto intensi, non solo abbiamo sviluppato l’idea, che ora è protetta da brevetti, ma anche sviluppato prototipi a scala reale per corroborarne la fattibilità ed efficienza. Attualmente siamo impegnati nella fase della commercializzazione ed espansione in Europa, con la nostra sussidiaria Italiana ACT Blade Europe.

E’ tra le vincitrici della prima edizione degli "European Tech Women Awards", promossi dal Department for International Trade (DIT) britannico. Le vincitrici provenienti da 12 Paesi sono state premiate grazie ai loro progetti rivoluzionari in ambito tecnologico portati avanti nel Regno Unito e in Europa. Abbiamo davvero bisogno di Role Model STEM e di premi di questo genere che evidenziano la presenza femminile in questi ambiti. A suo parere, quali sono le barriere che impediscono alle donne di scegliere studi STEM o di fare carriera in quelle professioni? Cosa potremmo fare in Italia per migliorare le cose?

Grazie per i generosi complimenti. Si penso che Role Models possano supportare tutti gli studenti a scegliere studi e carriere STEM. Ed ovviamente - date le percentuali ancora minime - è necessario porre ulteriore attenzione verso le nostre ragazze.
Tra le principali barriere, io considero che la ‘percezione’ che gli studi STEM richiedano molto impegno, senza che siano adeguatamente ricompensati non solo da opportuni salari ma anche da carriere non precarie, è ancora una delle maggiori. In aggiunta, il divario salariale tra generi è un problema reale e comune in tutto il mondo: e rende l’impegno necessario poco stimolante.
A questo si aggiungono purtroppo ancora degli stereotipi antiquati e pregiudizi, che svalutano le ambizioni delle nostre ragazze.

Detto ciò, io sono molto positiva: penso che l’esperienza della pandemia e la presa di coscienza dei cambiamenti climatici abbia ora innescato la volontà politica di investire in carriere STEM, e questo faciliterà qualunque persona ad impegnarsi in studi scientifici.
Questo è davvero il periodo con il maggior livello di investimento non solo in nuove tecnologie ma anche nelle donne: emergeranno velocemente nuove professioni e nuove tecnologie. E finalmente, ci si è accorti che c’è bisogno dell’energia delle donne per affrontare le sfide attuali.
Con l'attuale livello di attenzione e incentivi, abbiamo la chiara opportunità di educare la nuova generazione di ragazze, a credere in sé stesse, a seguire il proprio sogno e, soprattutto, aiutare a superare gli stereotipi. Dobbiamo dare a ogni ragazza l'opportunità di studiare, poiché l'istruzione dà la libertà di scegliere di perseguire lo sviluppo e il percorso di carriera desiderati.

Poi dobbiamo considerare che l’Italia offre sicuramente un eccellente preparazione di base sin dalle scuole dell’obbligo aperta a tutti. Questo è un importante punto di partenza, sul quale io penso si possano innestare progetti formativi dedicati sin dai primi anni di scuola. Non ho dubbi sul fatto che stimolare l’interesse verso materie scientifiche associato anche a progetti di imprenditoria legate allo sviluppo di nuove tecnologie può aumentare l’attrazione verso la scelta di studi STEM. L’imprenditoria è meritoria per definizione.
Deve esser chiaro alle nostre ragazze, che le materie STEM non solo danno svariate possibilità di carriera, ma devono essere eccitate dall’idea che un giorno possono guardarsi intorno e dire ‘questo l’ho creato / sviluppato IO’.

Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Più che un consiglio, vorrei esortarle a perseguire il loro interesse verso le materie STEM. Vorrei incoraggiarle a credere in sé stesse e a pensare ‘Perché non io?’. Senza dubbio, avranno enormi soddisfazioni nel perseguire i propri interessi e sogni. Con un’educazione STEM, non solo si aprono effettive, necessarie e molteplici opportunità di lavoro, ma si conquista la libertà di poter esser flessibile ed anche cambiare attività durante la propria vita lavorativa.
E poi, questo è davvero il momento giusto per il livello di investimenti ed attenzione delle politiche Italiane ed Europee. Ed andrà sempre meglio, ne sono sicura!
Il mondo e vostro! Il futuro è vostro!