Sara Arese

Bid Manager, Alstom

Sara, si è laureata in matematica, com’è giunta a questa scelta? E’ sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola?

Credo di essere sempre stata affascinata dai numeri e dalla risoluzione di problemi matematici. Ricordo che quando ero piccola facevo gli esercizi di matematica il giorno stesso che me li assegnavano e come passatempo mi piaceva giocare con attività di logica. E poi contavo tutto, giocavo con le forme geometriche e a tutti quelli che mi chiedevano quale fosse la mia materia preferita rispondevo senza esitazione: Matematica!
Frequentando il liceo scientifico si è rafforzata la convinzione che adoravo le materie scientifiche, in particolare matematica e fisica. Ricordo l’indugiare quando dovevo scrivere un tema… restavo per minuti a fissare il foglio bianco… e di contro la rapidità e la facilità nel risolvere integrali, studi di funzioni o altri problemi.
Ho quindi scelto di proseguire gli studi universitari in Matematica perché mi piaceva e mi risultava semplice, senza preoccuparmi più di tanto di quello che avrei fatto dopo.

Dopo la laurea il suo percorso lavorativo l’ha portata da prima in CNH e poi, da oltre 11 anni, in Alstom, azienda leader nell’industria ferroviaria italiana, dove oggi è Bid Manager, responsabile del coordinamento e della supervisione di tutte le attività di gara. Ci può raccontare il suo percorso lavorativo e di cosa si occupa?

Dopo la laurea in Matematica si sono immediatamente aperte molte possibilità.
Mi è stato proposto un Dottorato a Vienna per proseguire le ricerche e gli studi sui Gabor frames, oggetto della mia tesi specialistica, ma ho rifiutato perché non ero interessata a fare la ricercatrice. Ho fatto colloqui in ambito bancario, assicurativo, informatico.
Nel frattempo, sono stata contattata da CNH Supply Chain perché la mia tesi triennale sull’ottimizzazione lineare era applicabile nell’ambito dei trasporti e della loro pianificazione. Le continue sfide ed il contesto internazionale di CNH sono stati estremamente motivanti. Ho iniziato come transport planner e dopo pochi anni sono diventata responsabile di tutti i trasporti Inbound verso stabilimenti e depositi europei (via aerea, nave, treno, gomma, urgenti) coordinando un team di 12 persone.
Successivamente ho deciso di cambiare azienda ed ho intrapreso il ruolo di Finance Controller, prima industriale e poi di progetto, in Alstom, presso la sede di Savigliano, in particolare all’interno del team di progetto per lo sviluppo e la produzione dei treni ad alta velocità per il cliente italiano Italo ed il cliente svizzero SBB.
Successivamente, ho coordinato le attività del progetto AMTRAK come Project Operations Manager, dove mi sono occupata dello sviluppo e della produzione di casse da trasportare via mare al nostro cliente interno Alstom Hornell negli Stati Uniti.
Lì le casse venivano poi equipaggiate, testate ed assemblate per realizzare i nuovi treni ad Alta velocità destinati a coprire i collegamenti dell’area Nord-Est del Paese tra Washington, New York e Boston.
Attualmente ricopro il ruolo di Bid Manager, ovvero mi occupo di gestirele offerte e di coordinare e supervisionarne tutte le attività, dalla preparazione della proposta tecnica in conformità con i requisiti del cliente, al planning di progetto, alla definizione del prezzo passando per la validazione del QCDP (Quality Cost Delivery Performance) fino alla gestione dei rischi. Mi interfaccio con i team commerciali per la strategia e la negoziazione con il cliente, con la Piattaforma per il prodotto e l’organizzazione progettuale, con gli esperti per questioni finanziarie/tasse/legali, con i vari siti Alstom ed i metier per la finalizzazione del QCDP… insomma è un lavoro molto eterogeno e gestionale, che mi offre l'opportunità di lavorare in un ambiente dinamico e innovativo, operando su progetti sfidanti e all'avanguardia nel settore dei trasporti, e di far parte di un team altamente qualificato e motivato.

Ha qualche progetto per il futuro? Un sogno nel cassetto?

Ho sempre seguito il mio istinto e mi sono sempre fatta guidare dalla passione e dal desiderio di imparare cose nuove. In Alstom ho trovato un ambiente che mi permette di crescere continuamente perché ci sono tante opportunità. Sono pronta ad accogliere le nuove sfide che arriveranno in azienda, accrescendo ulteriormente le mie responsabilità e le mie competenze.

Nella sua esperienza di studio e di lavoro, le è mai capitato di imbattersi in qualcuno dei tanti stereotipi che nel nostro Paese ancora rappresentano un ostacolo per le ragazze che si avvicinano agli studi STEM o che impediscono alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Negli anni passati l’immagine della donna-madre come unica possibile ha creato una serie di stereotipi limitanti e dannosi per le donne stesse. La mia scelta di studiare Matematica veniva spesso associata ad una carriera nell’insegnamento che mi avrebbe permesso di occuparmi della casa e dei figli.
È importante imparare a superare il peso di quello che spesso e volentieri la società impone affinché le donne possano trovare il coraggio di essere sé stesse senza sentirsi giudicate per le proprie scelte.
La situazione è molto migliorata nel corso degli anni, grazie agli esempi positivi di molte donne che con i fatti sono capaci di sfatare molti pregiudizi sia sulle donne che sulle discipline STEM.

C’è qualche consiglio che si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Sicuramente di non farsi condizionare da ostacoli culturali, di buttarsi con entusiasmo e
passione e di seguire i propri sogni. Le materie STEM sono molto stimolanti, alimentano la curiosità, incoraggiano la sperimentazione, insegnano a pensare fuori dagli schemi ed a trovare soluzioni creative ai problemi.
Un altro consiglio è quello di non farsi intimorire dai colleghi maschi: anche loro si imbattono in debolezze e difficoltà, ma semplicemente si fanno meno remore e meno problemi.

E qualche consiglio per le giovani mamme? Lei è molto giovane, ha una bella carriera ed anche due bimbi, come riesce a conciliare lavoro e famiglia?

La maternità è un master e diventare genitore non è un ostacolo alla carriera, anzi è una risorsa. Si sviluppano tantissime competenze tra cui l’empatia, la pazienza, la resilienza, la capacità di risolvere problemi, l’organizzazione e la gestione del tempo.
Quando sono rientrata al lavoro ho avuto molte preoccupazioni e sensi di colpa, ma poi ho capito quanto la Qualità del tempo in famiglia fosse più importante della Quantità e quanto essere una donna soddisfatta e felice potesse influire sull’essere una madre migliore.
Per poter conciliare il lavoro e la famiglia occorre essere molto organizzati, flessibili, focalizzati sugli obiettivi e supportati dal partner e dalla famiglia, senza ricercare l’equilibrio perfetto perché non esiste.