Sara Giuliano

Coordinatore Ufficio Progettazione presso QC Terme spas and resorts

Gentile Sara, lei è l’ingegnere Coordinatore dell’Ufficio Progettazione della società QC Terme spas and resorts. Ci può descrivere brevemente il suo lavoro, di cosa si occupa?

QC Terme da quasi 25 anni progetta, realizza e gestisce centri benessere, termali e resort. Lo facciamo a partire dal concept, avvalendoci non di studi di progettazione esterni, come in genere avviene, ma di professionisti interni alla società: scelta da sempre sostenuta con forza dal management. Avendo in capo anche la manutenzione dei diversi asset, i progettisti hanno la grande opportunità di lavorare a stretto contatto con il ramo aziendale che si occupa della gestione delle diverse strutture. In questo modo ogni nuovo intervento, che sia un nuovo centro o la ristrutturazione di uno esistente, diventa per tutti un’opportunità per migliorare il modello e renderlo più efficiente e performante, perché ogni volta possiamo toccare con mano le scelte vincenti ma soprattutto renderci conto degli errori da non ripetere. In questo contesto, e con il supporto del team di architetti con cui lavoro in stretta sinergia, mi occupo di estrapolare i dati necessari a rendere le future realizzazioni più efficienti, in termini di tempo e conseguentemente di costi, oltre che di pianificare i vari progetti per dare delle tabelle di marcia per lo sviluppo delle operazioni future.
Amo il mio lavoro, sia per le persone con cui mi porta a collaborare sia per le attività da fare giorno dopo giorno: c’è sempre qualcosa di nuovo da studiare, analizzare e migliorare per gestire situazioni mai affrontate. La soddisfazione più grande è alzarsi tutti i giorni ed essere sempre contenti di quello che si fa. D’altra parte non è difficile immaginarlo, visto che il denominatore comune di tutte le iniziative di QC Terme è la bellezza, sia che si tratti di recupero di edifici storici, sia che si parli di nuovi edifici situati in contesti paesaggistici d’eccezione. Ogni dettaglio, che riguardi percorsi sensoriali, vasche panoramiche, idromassaggi, saune, bagni turchi o sale relax, viene studiato e curato per regalare all’ospite un’esperienza unica.

Ha scelto di laurearsi in Ingegneria edile. Ci può raccontare cosa l’ha portata a verso le materie STEM? E’ sempre stata portata fin da piccola oppure è una passione maturata alle superiori?

Fin da bambina mi ricordo l’interesse per i numeri, la musica ed i lavori manuali, che sono ancora oggi il mio leitmotiv. Inoltre, da quando ne ho memoria, ho sempre avuto un’attrazione particolare verso il mondo delle costruzioni, anche se poi durante l’infanzia ho alternato fasi in cui fantasticavo di diventare una violinista concertista o un famoso direttore d’orchestra ad altre in cui sognavo di fare la scienziata. La passione per la matematica pura è arrivata al liceo, nemmeno a dirlo scientifico, e per lungo tempo sono stata tentata di proseguire in quell’ambito. Solo alla fine delle superiori ho scelto di riprendere in mano il vecchio amore per le costruzioni e ho scelto il percorso di ingegneria edile.

Da quasi 10 anni è in QC Terme, dove oggi è Coordinatore dell’Ufficio Progettazione. Ci può descrivere il suo percorso? Com’è giunta a questo settore particolare? Cosa l’ha motivata nella scelta?

Sono arrivata in QC Terme quasi per caso. Ho conosciuto Saverio Quadrio Curzio e Francesco Varni ai tempi in cui la Quadrio Curzio S.p.a. era un’impresa di costruzioni. Appena finita l’università infatti avevo iniziato qui il percorso lavorativo, come addetta all’ufficio gare. Avevo poi proseguito il mio percorso in altre imprese ma sempre nello stesso ruolo, fino a diventare la responsabile dell’ufficio preventivi di un’altra società. Purtroppo con la crisi economica del 2012 mi sono ritrovata ad un bivio: continuare con lo stesso incarico o tornare proprio dove avevo iniziato, anche se con una mansione differente dato che oramai l’impresa di costruzioni aveva lasciato posto al ramo di sviluppo di centri benessere. La voglia di affrontare sempre nuove sfide e rimettermi in gioco, unite all’iniezione di fiducia che la dirigenza mi ha concesso, mi ha dato la carica giusta per mettere alla prova il mio “ingegno” e lanciarmi in questa nuova avventura. La mia fortuna è stata quella di incontrare uomini illuminati che hanno creduto in me prima come persona e poi come ingegnere.

Gli studi prima e il lavoro poi: le hanno lasciato tempo per sviluppare altre attività? Nel tempo libero riesce a seguire le sue passioni?

Durante gli studi avevo ovviamente a disposizione molto più tempo libero, anche se non ne ero ancora consapevole.
Il mondo dell’interior design, la musica e i viaggi sono le mie passioni fin dall’università, e ho la fortuna di svolgere un lavoro che mi tiene sempre legata a questi mondi.
La musica classica è una passione che coltivo da piccola ed ancora oggi adoro ascoltarla a tutto volume ed in solitudine. Non mi è sempre possibile, anche perché il tempo libero lo impiego per lo più a fare la mamma. La cosa che più mi rende orgogliosa è vedere quanto i miei figli sono curiosi verso ciò che li circonda: ritengo che la capacità di porsi interrogativi sarà quello che li aiuterà ad essere delle persone complete.

Secondo lei esistono ancora barriere che impediscono alle ragazzine di avvicinarsi agli studi STEM? Esistono ancora ostacoli che impediscono alle giovani donne di fare carriera nelle professioni STEM? Cosa potremmo fare per migliorare le cose?

Devo dire che durante il mio intero percorso scolastico non ho mai trovato impedimenti che mi allontanassero dalla mia naturale predisposizione verso le materie scientifiche, né ho ricordi di aver subito discriminazioni di genere. Certo in università non ho trovato molti esempi di donne: l’ambito accademico, per lo meno nel settore ingegneristico, è ancora fortemente dominato dalla presenza maschile.
Tuttavia non credo che gli ostacoli più grossi si trovino a livello scolastico ed accademico, quanto nel mondo del lavoro: ancora in tante realtà, per esempio, la maternità è vista come un grosso limite, e i nidi e gli asili si sono sviluppati adeguatamente soltanto nelle città più grandi.
Il miglioramento deve partire da un maggior supporto da parte di tutte le istituzioni, da un lato per favorire nuove politiche familiari, e dall’altro per promuovere nel mondo lavorativo una maggior flessibilità che punti non alle ore passate in ufficio ma alla qualità del lavoro svolto.
Anche istituire una rete di supporto, in cui le giovani donne possano confrontarsi e trovare degli esempi da seguire, sono un ulteriore appoggio per chi desidera intraprendere questo settore.

Spesso le ragazze considerano le materie STEM poco “creative”, le vedono come materie fredde e aride, oppure capita che pur avendo bei voti abbiano timore di non farcela a proseguire. Lei cosa ne pensa? Quale consiglio si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Io ho sempre considerato l’ingegneria una materia creativa. L’ingegnere bravo non è colui che applica aridi modelli predefiniti per risolvere un problema, non esistono manuali con la soluzione per ogni caso specifico. Il bravo ingegnere è colui che usa il suo “ingegno” per trovare la soluzione: non c’è mai una sola strada per arrivare al risultato, vanno valutate le molteplici variabili di ogni caso. Pensiero critico e problem solving sono tutt’altro che concetti aridi e freddi, e oggi più che mai non si possono slegare dagli studi STEM. Le sfide che il presente ci pone davanti, come la digitalizzazione e la rivoluzione verde, ci impongono di superare la distinzione tra una visione tecnica ed una umanistica a favore di una fusione e di competenze ibride. Alla base di tutto c’è il capitale umano competente ed un paese che deve essere in grado di crescere in maniera sostenibile. Per quanto le materie STEM sono, e lo saranno sempre di più, fondamentali per intraprendere questa trasformazione, bisognerà puntare sulla multidisciplinarietà, in modo da adattarsi ai cambiamenti. Se poi guardo alla mia passione di sempre, la musica, comprendo come essa sia la forma d’arte nella quale per eccellenza si fondono il rigore matematico e scientifico all’estro creativo e alla genialità. In generale, ma nella musica è ancor più evidente, non c’è bellezza creata dall’umanità che non si accompagni al rigore delle forme. L’essere umano – e permettetemelo, la nostra natura generatrice femminile ci aiuta a comprenderlo anche meglio - sa che ogni forma d’arte è origina da un chaos a cui dare ordine per realizzare un cosmos, e insieme sono una indisgiungibile coppia dialettica. Il cosmos, cioè l'ordine bello, buono e razionale del mondo, nasce sempre da uno sfondo caotico. In questo senso le materie STEM non sono affatto prive di creatività ma contribuiscono invece a generare bellezza.

Il consiglio che mi sento di dare, anche se non vale solo per il genere femminile, è di fare ciò per cui ci si sente portate e di mantenere sempre la curiosità tipica dei bambini, la strada del successo personale si disegnerà da sola. Spesso il più grosso ostacolo siamo solo noi stesse, quando ci limitiamo ad essere quello che il mondo esterno si aspettano che siamo.