Stefania Pompili

CEO Sopra Steria Italia

17/05/2024

Gentile Dottoressa Pompili, si è laureata in Economia e Commercio: com’è giunta a questa scelta? Cosa sognava di fare “da grande”?

La scelta della facoltà di Economia è stata certamente dettata da una mia predisposizione verso l’ambito matematico ma non nascondo che anche i consigli della mia famiglia hanno fortemente influenzato la mia decisione. Con il senno di poi, sono contenta di aver preso questa direzione.

Sicuramente da bambina non ho mai sognato di fare l’Amministratrice Delegata, però devo ammettere che ho sempre voluto fare quello che mi piaceva e mi incuriosiva maggiormente.

La scuola le ha fornito un orientamento indirizzandola in qualche misura verso il suo percorso di carriera? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

La mia famiglia mi ha sempre sostenuta nel mio desiderio di imparare cose nuove e mettermi costantemente alla prova.

Non nascondo che, inizialmente, i miei genitori avrebbero preferito che continuassi l'attività di famiglia ma, al tempo stesso, si sono dimostrati sempre aperti verso le mie aspirazioni, incoraggiandomi costantemente a perseguire i miei interessi.

Indirizzata dai miei genitori, alle scuole superiori ho frequentato l’istituto tecnico commerciale e, successivamente, mi sono iscritta alla facoltà di economia. Durante gli anni dell’università ho sempre portato avanti parallelamente anche il mio percorso di carriera, iniziando a fare le prime esperienze lavorative e ottenendo anche l’abilitazione all’esercizio della professione di commercialista. Dopo la laurea, ho scelto di integrare le competenze acquisite in ambito economico e finanziario portando a termine un master di Confindustria in Comunicazione e pubbliche relazioni europee a Roma, presso l’Ateneo Impresa, con l’obiettivo di affacciarmi sempre di più al mondo del marketing e della comunicazione. Da qui ho consolidato le basi per dare il via al mio percorso professionale.

Oggi è CEO di Sopra Steria Italia, Tech Leader europeo per la consulenza, i servizi digitali e lo sviluppo software. Ci può descrivere il suo percorso professionale e di cosa si occupa? Ha qualche progetto per il futuro?

Dopo il master, ho dato il via al mio percorso professionale con uno stage in ambito marketing e comunicazione al termine del quale, però, non ho riscontrato ulteriori opportunità di crescita. Ho quindi scelto di rientrare come Controller nel mondo nel mondo Finance attraverso la multinazionale Electronic Data Systems. A 35 anni, però, ho iniziato a sentirmi bloccata dalle scarse opportunità di crescita. Così, ho deciso di puntare sull’ulteriore ampliamento delle mie conoscenze valutando di rassegnare le dimissioni e di intraprendere un percorso per diventare CFO in un'azienda di produzione cinematografica.

Tuttavia, un confronto con il mio cliente interno - che mi ha spronata a riconoscere maggiormente il mio valore - mi ha fatto cambiare direzione e ho accettato la sfida di diventare Account Manager dell’area Banking e, successivamente, Sales per il mercato della PA.

Il mio percorso di crescita è poi proseguito per due anni in una realtà italiana, periodo nel quale ho scelto anche di diventare mamma. Una decisione che non mi ha certamente impedito né di crescere, né tantomeno di proseguire nel mio percorso di carriera. A riprova di questo, nello stesso periodo ho deciso di cambiare azienda e di entrare a far parte della multinazionale CSC dove ho ricoperto ruoli di sempre crescente responsabilità fino a diventare Chief Operating Officer.

Nel 2011, a seguito di un’acquisizione di CSC, sono entrata in DDWay, realtà focalizzata sull’innovazione digitale del gruppo Deda Group, dove sono rimasta fino alla fine del 2015.

Nel 2016, ho iniziato il mio percorso in Sopra Steria come Direttore della divisione Pubblica Amministrazione, Energy e Telco, diventando successivamente Direttore Generale e, infine, Amministratrice Delegata nel novembre del 2017. È stato un crescendo di maggiori responsabilità, accanto alla consapevolezza di guidare un percorso in evoluzione, alla testa di un team di persone eccezionali. Oggi, il mio obiettivo è guidare Sopra Steria Italia verso una crescita significativa e consolidare la sua posizione come top player nel settore tecnologico europeo.

Sopra Steria negli ultimi anni si è sviluppata in maniera rilevante e corre veloce. Sul piano dell’organizzazione, c'è un percorso di sviluppo molto ambizioso, definito e concordato con il Gruppo. Inoltre, stiamo valutando acquisizioni di aziende come nuovi tasselli del puzzle che vadano a completare l'offerta. Il nostro obiettivo è essere tra i primi 20 top player ma non vi nascondo che la mia personale ambizione è quella di entrare nella top ten. Ci stiamo focalizzando sugli impatti di questa nuova rivoluzione tecnologica per definire come essere un vero partner al fianco dei nostri clienti. La strategia sta nella risoluzione dei problemi in modo pragmatico. Parlo di realtà di grandi dimensioni nel mondo del Retail, del Fashion, della PA, dell’Energy e del Banking. Se dovessi dire cosa ci differenzia dagli altri gruppi citerei senza dubbio l’approccio concreto al processo di trasformazione digitale che sta stravolgendo il modo di lavorare di tutti e la capacità di saper interpretare i bisogni delle imprese, aiutandole nello sviluppo del business e mettendo a fattor comune l'esperienza di altri committenti. Questa linea ci sta sicuramente premiando.

Nel suo percorso di studi o nella sua carriera, ha incontrato difficoltà in quanto donna?

Nessuna vera difficoltà o ostruzionismo, ma alla mia prima riunione del board in veste di CEO mi sono trovata davanti 27 uomini del consiglio direttivo, il che mi ha fatto riflettere sull'importanza di continuare a lavorare per raggiungere una reale parità di genere. Sono convinta, infatti, che la rivoluzione della Digital Transformation passi anche da una maggiore e più incisiva leadership femminile.

Mi sento particolarmente responsabile nel mio ruolo, in un settore ancora prevalentemente maschile, soprattutto nei confronti delle giovani donne e delle professioniste ai loro primi passi nel mondo del lavoro che cercano modelli di riferimento. Credo che tutte le donne in posizioni di leadership debbano avere questo pensiero e impegnarsi a ispirare altre donne.

Su questo tema, in Sopra Steria stiamo implementando azioni concrete a supporto delle ragazze che hanno voglia di crescere. È complicato, ma a me è successo e quello che mi sento di dire è che bisogna dimostrare fino in fondo le competenze e farle diventare l'elemento prioritario attraverso il quale si è visti dagli altri. Nel contempo, però, non bisogna negare se stesse: non rinunciare all’avventura straordinaria di essere donne né, se lo si desidera, a intraprendere la strada della maternità.

Secondo lei, nel nostro Paese esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM o alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Certo, l'Italia mostra una carenza di profili con competenze STEM, carenza che diventa ancor più critica se espressa al femminile. Ancora troppo spesso queste materie non vengono percepite come accessibili da parte delle ragazze. È necessario intervenire sin dalle scuole primarie per indirizzarle verso queste discipline. Nel 2023, su 130 nuove posizioni aperte in Sopra Steria, il 40% sono state occupate da professioniste e il 60% da laureate/i sotto i trent'anni. Grazie a questi sforzi, oggi il 30% del personale è composto da donne. Non ci sono ostacoli formali che impediscono alle ragazze di accedere a queste opportunità, ma esiste una barriera culturale che richiede tempo per essere superata. Tuttavia, è fondamentale perseverare.

Come CEO di una multinazionale in un settore ancora prevalentemente maschile, mi impegno quotidianamente a promuovere l'equità di genere. La carriera, oltre agli studi, richiede un impegno sia da parte delle aziende che dello Stato. È necessario un sostegno sociale, come l’accesso ad asili e agevolazioni, e una collaborazione tra settore pubblico e privato per promuovere obiettivi comuni e favorire l’occupazione femminile. Ciò include strategie volte a minimizzare le disparità nell'accesso al mondo del lavoro, orientare le scelte educative e sostenere una politica di congedi parentali equa per entrambi i genitori. Inoltre, è cruciale potenziare l'assistenza all'infanzia e rivalutare i sostegni alle famiglie per favorire l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro.

Queste sono sfide che gli Stati Uniti affrontano da anni e che stanno emergendo anche in Europa, sebbene in modo non uniforme. L'Italia, pur essendo partita in ritardo, sta accelerando il passo.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

A tutte le ragazze vorrei dire, innanzitutto, di non limitarsi in alcun modo, di non rinunciare alle proprie ambizioni e aspirazioni, di puntare sempre in alto e di non esitare a farsi notare quando necessario.

Nella crescita delle donne, spesso si manifesta ciò che viene definito 'dream gap', ovvero il non immaginarsi in ruoli ritenuti fuori dalla propria portata. Ecco, è importante non cedere a questo atteggiamento. Sentitevi sempre all'altezza e impegnatevi al massimo per raggiungere obiettivi ambiziosi. Come? Avendo il coraggio di osare e collaborando con altre professioniste.

Il cammino verso la parità di genere è lungo, ed è per questo che è fondamentale unire le forze. Bisogna, poi, cambiare il modo di pensare e per farlo le donne devono avere maggiore fiducia in se stesse. Personalmente, mi dedico attivamente all'attività di mentoring per condividere la mia esperienza con le giovani donne che desiderano intraprendere una carriera nel campo delle tecnologie, auspicando che la mia esperienza possa in qualche misura essere di aiuto per abbattere le barriere.