Valentina Coletta

Direttrice Qualità Ferrarelle

30/05/2024

Valentina, si è laureata in ingegneria gestionale all’Università Federico II di Napoli. Com’è giunta a questa scelta? E’ sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola?

Da piccola ero portata sia per le materie umanistiche che scientifiche e alla prima scelta di indirizzo, in concomitanza con l’inizio delle scuole superiori di secondo grado, ho scelto la via umanistica con il liceo classico. La svolta verso le materie STEM è arrivata dopo, quando ho preso più consapevolezza di chi ero e cosa volevo fare. Fortemente incuriosita ed attratta da ciò che non avevo studiato durante gli anni del liceo, per il percorso universitario ho deciso di intraprendere un percorso scientifico. Ingegneria gestionale è stata una scelta quasi naturale, nello specifico con un indirizzo volto alle realtà industriali che da sempre hanno attratto il mio interesse perché le vedevo come un contesto in cui poter rendere concreto ciò che avevo imparato sui libri.

Dopo la laurea il suo percorso lavorativo l’ha portata da prima in una multinazionale, in Heinz, e poi in Ferrarelle SB dove oggi è Responsabile della Qualità. Ci può raccontare il suo percorso lavorativo e di cosa si occupa?

Come dicevo, le realtà industriali hanno sempre attratto il mio interesse e in Heinz ho iniziato a mettere in pratica quello per cui mi ero tanto preparata. Ho iniziato nella funzione di Assicurazione Qualità, il cui fine è quello di assicurare che i processi di produzione rispettino gli standard qualitativi prefissati in azienda, con forte focus all’ottimizzazione dei processi produttivi. Negli anni ho ampliato sempre più le mie conoscenze nel settore sviluppando un sistema di gestione dei rischi qualità secondo gli standard aziendali, che con il tempo mi ha portato ad assumere in Heinz ruoli di crescente responsabilità fino ad arrivare a ricoprire la funzione di Quality Assurance Manager e poi Quality Control Manager, sviluppando così un profilo a tutto tondo nell’ambito della Gestione Qualità.
Arrivo in Ferrarelle Società Benefit nel 2018 con un obiettivo davvero sfidante e ambizioso, studiare e sviluppare un sistema qualità per i processi produttivi sul sito industriale di Presenzano, specializzato nella produzione di plastica Pet riciclata, che all’epoca era ancora di proprietà del gruppo Ferrarelle. Un progetto straordinario che tra sfide e successi mi ha portato a fine 2021 a prendere il ruolo di Responsabile della Qualità di Ferrarelle Società Benefit.

Ha qualche progetto per il futuro? Un sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe continuare a studiare e approfondire il mio ambito per sviluppare nuove competenze ed essere protagonista, insieme alle mie colleghe e ai miei colleghi, del processo di crescita di Ferrarelle Società Benefit, creando così del valore positivo per l’ambiente e la comunità. Ma non solo, ho un impegno importante che ho preso con me stessa, quello di essere di esempio per le mie figlie trasmettendo loro il messaggio che l’impegno e la determinazione sono fondamentali per raggiungere i propri obiettivi in qualunque contesto.

Nella sua esperienza di studio e di lavoro in ambito STEM, le è mai capitato di imbattersi in qualcuno dei tanti stereotipi che nel nostro Paese ancora rappresentano un ostacolo per le ragazze che si avvicinano agli studi STEM o che impediscono alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

All’inizio del mio percorso lavorativo ero la prima donna, per di più giovane, che non aveva un ruolo relegato in ufficio o in laboratorio ma che doveva necessariamente interfacciarsi con operatori di Produzione, prevalentemente uomini. Ho inizialmente sentito un forte senso di diffidenza e sfiducia da parte degli altri, superati poi con un approccio di umiltà, riflessione, condivisione e collaborazione e raggiungimento dei risultati.
Realtà come Ferrarelle Società Benefit possono davvero essere motore di un cambiamento positivo e per questo è davvero importante che le aziende italiane facciano il primo passo verso la parità di genere in tutte le sue forme, una visione del lavoro equa, responsabile e inclusiva. Sono davvero orgogliosa di lavorare con e per una realtà che riconosce questo dovere e si impegna per le proprie dipendenti con formazione e sensibilizzazione interna ma anche supportando Fondazione Telethon e il Tigem di Pozzuoli per abbattere gli stereotipi e le barriere culturali causa della scarsità di figure professionali femminili negli ambiti scientifici.
E noi donne abbiamo un dovere importantissimo verso noi stesse: non lasciarci abbattere dalle difficoltà e credere nelle nostre passioni e nel nostro valore.

C’è qualche consiglio che si sente di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Nella vita bisogna credere e investire i propri sforzi in ciò che appassiona; non importa di cosa di tratti, non importa di cosa ci viene detto, non importa se andiamo contro corrente. È tempo di andare oltre lo stereotipo che erroneamente considerata più idonee per gli uomini le materie scientifiche. Lo studio e il lavoro impiegano buona parte del nostro tempo; quindi, è fondamentale trovare stimoli e soddisfazioni praticando ciò che si ama.
Inoltre, a mio avviso le donne portano in ambito STEM un approccio di grande valore, perché hanno precisione e meticolosità ma anche una più spiccata sensibilità che, soprattutto in ambiti tecnico-scientifici in cui spesso il lavoro è di team, consente di fare attenzione alle necessità e al benessere dei propri collaboratori creando ambienti di lavoro sereni e più efficaci.