Valeria Cagnina

Tra le 50 donne più influenti nel mondo tech

A 11 anni hai creato il suo primo robot, a 14 anni sei stata speaker al TEDxMilanoWomen, al CNR di Pisa e addirittura al Senato della Repubblica, a 15 anni hai passato l’estate al MIT di Boston, a 16 anni hai fondato la sua scuola di robotica. Hai trovato difficoltà per il fatto che sei una ragazza ad affrontare materie scientifiche?

No. Non ho mai trovato difficoltà in questo campo e più in generale non mi sono mai arresa davanti alle difficoltà e ai no che mi venivano detti!
Le materie da maschi e quelle da femmina sono comunque soltanto un concetto stereotipato degli adulti. I bambini non le hanno certo nella testa, finché gli adulti, scuola e famiglia in primis, non li bombardano con queste stupidaggini. I bambini imparano che ci sono materie da maschi e da femmine quando viene detto loro.
Sono tutte costruzioni mentali degli adulti. I bambini non hanno in testa colori e giochi da maschio o da femmina. Ovvio che queste separazioni che cominciano a radicarsi dalla nascita, sfocino poi nel mondo del lavoro. Le ragazze da un lato subiscono questi stereotipi, dall’altro li accettano passivamente per comodità o per mancanza di voglia di contrastarli. Un esempio banale? Quante ragazze vedete che guidano o fanno benzina quando sono col compagno/marito accanto? Provate a fermarvi mezz’ora in un distributore qualsiasi e poi fate la stessa cosa in Norvegia o negli USA. Non avrete gli stessi risultati. E guarda caso questi paesi non hanno gli stessi risultati di gender gap nel mondo del lavoro. E’ un circolo vizioso di cui tutti sono responsabili. Detto questo… personalmente è un problema che non mi sono mai posta. Quando incontravo a scuola queste battutine o quando a volte le incontro oggi, le prendo come una sfida per dimostrare il contrario, e dopo averlo dimostrato… arrivederci e grazie. Ambienti del genere non fanno per me e non li frequento un minuto più del dovuto. Vi assicuro che al MIT a Boston nessuno si comporta così. L’importante è frequentare la rete giusta e le persone giuste! Circondatevi di persone intelligenti!
Io a 11 anni con Arduino mi divertivo e basta, non mi sono mai posta il problema che non fossero giochi da ragazza. Sicuramente in questo anche la famiglia aiuta, io sono sempre stata libera, fin da piccola, di giocare con tutto quello volevo. Uno dei miei passatempi preferiti era l’officina di mio papà dove mi divertivo a disegnare e ritagliare Titti e fumetti vari sulle lamiere con il taglio al plasma e poi pitturavo con la vernice i miei capolavori da appendere in casa!

A tuo parere, la scuola italiana sta facendo abbastanza per orientare le ragazze agli studi STEM? Cosa bisognerebbe fare per migliorare le cose?

No. La scuola italiana non sta facendo abbastanza né in campo STEM, né in qualsiasi altro campo. E’ mediamente arretrata e fuori dal mondo, centrata su se stessa e non sui bisogni dei ragazz*, vive in un mondo che da secoli non esiste più e non lo sa.
Servirebbero più attività STEM per far capire che ogni ragazz* può fare quel che vuole della sua vita. Le materie scientifiche non sono un contorno. La tecnologia non è un optional. Scrivere qualche riga di codice non vuol dire diventare programmatori, esattamente come prendere la patente non significa un futuro da autista.
Alla scuola servirebbero più attività in ogni campo, stimoli a 360 gradi per fare in modo che ogni ragazz* possa scoprire molto presto i suoi interessi e le sue passioni, possa coltivarli e farne un lavoro per essere felice ogni giorno della propria vita e non sentire mai più nessuno angosciato dal lunedì mattina.
Servirebbe soprattutto più apertura mentale, visione globale fuori dall’orticello chiuso e limitato, servirebbero maestri di vita, servirebbero…
Non basterebbero cento pagine per rispondere. L’approccio di troppi insegnanti è un senso di fallimento e frustrazione che trasmettono agli studenti ogni giorno, per mezza giornata, per anni e anni della loro vita.
A scuola si insegna che apprendere è noioso, allo studente medio non piace nessuna materia scolastica perché tutte vengono insegnate nel modo sbagliato.
Certo, ci sono le eccezioni, me lo sento sempre dire e non nego che ci siano: ho conosciuto tanti insegnanti motivati, ma non sono che una minima parte di quelli che pensano di esserlo. E in ogni caso si trovano ad operare in un mondo antico, sconnesso dalla realtà che nulla sa del mondo là fuori e di quello che capita. Ho dato l’esame di maturità - nel 2019! - con un dizionario cartaceo: sono almeno 15 anni che il mondo là fuori non usa più il dizionario cartaceo ma usa internet, le app o google home.
La polizia postale è venuta nella mia scuola a parlare del web per dirci (in un istituto tecnico ad indirizzo informatico!) che internet andrebbe utilizzato dopo i 18 anni. Il modo perfetto per creare disoccupati.
Parlano di robot e fanno vedere video in cui i robot conquistano il mondo, anziché far vedere le potenzialità del mondo in evoluzione e quali sono i mille lavori nuovi che la robotica crea e che oggi, con i tassi di disoccupazione italiana, hanno infiniti problemi di ricerca di personale adeguatamente formato. Non sanno distinguere tra robotica e fantascienza.
La scuola oggi cerca di appiattire tutti per farli aderire ai loro schemi creati centinaia di anni fa. Se qualcuno va oltre e non si adegua è fuori e viene isolato. Non tutti hanno a 13/15/18 anni la forza e il supporto familiare che ho avuto io per ‘ribellarmi’ al sistema. Oggi ne rido e dico che avrei dovuto farlo prima, ma è stata dura, molto dura. Purtroppo la maggior parte dei ragazzi si arrende e si adegua all’appiattimento, salvo poi scoprire molto tardi – o non scoprirlo affatto! – che la propria strada era un’altra. Pensate al prezzo che ognuno paga in termini di insoddisfazione e frustrazione. E’ questa la peggior sconfitta della scuola a cui bisogna porre rimedio e bisogna farlo in fretta.
Francesco (il mio socio) ed io lo vediamo ogni giorno ma siamo assolutamente positivi. In tantissimi Dreamer basta davvero poco a far scoppiare la scintilla. Lo vediamo nei bambini, ma lo vediamo spesso con gli adulti e coi manager delle grandi aziende con cui lavoriamo quando in un nostro semplice laboratorio, senza tanta teoria (il learn by doing è un’altra delle 10 regole di OFpassiON) si imparano concetti difficili mettendoli in pratica. Questo basta a far scattare la scintilla a far vedere loro, con il nostro metodo e la nostra passione, che un’altra realtà è possibile e va perseguita a qualsiasi costo. Da lì in poi il passo è breve, perché una volta intrapreso questo cammino, non si torna indietro e oggi internet rende tutto più facile.

Quale consiglio ti senti di dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada?

I miei consigli valgono un po’ per tutti. Oggi grazie al web le opportunità sono tantissime e bastano un computer ed una connessione per rivoluzionare la propria vita e/o per arrivare al MIT di Boston a 15 anni come è successo a me!
Le competenze tecniche sono alla portata di tutti, sono infiniti i corsi gratuiti presenti online delle più prestigiose università del mondo con i quali formarsi. Quello che manca troppo spesso ai ragazz* è il sapere che esistono, perché nessuno lo dice loro. Perché il web è ancora considerato l’uomo nero in troppe parti d’Italia, perché i ragazz* non vengono stimolati ad osare, ad andare oltre, a coltivare ed inseguire passioni, soprattutto a non fermarsi davanti alle porte chiuse in faccia e ai no.
A volte gli stereotipi sono assurdi perché vistosi ed eclatanti nella loro follia e altre volte si insinuano subdoli e sono i peggiori perché può essere difficile riconoscerli. Alle ragazze posso solo dire di non farsi condizionare da chi sta loro intorno, di non ascoltare chi dice che non ce la fai o chi dice che ‘si è sempre fatto così’. Uscite dal vostro orticello, andate a vedere altrove come gira il mondo. Con 50 euro oggi si raggiungono le capitali europee, entrate negli ambienti che vi interessano: oggi bastano un computer e una connessione!
Magari scoprite che esistono persone e professionalità di altissimo livello che possono farvi da mentor solo per il piacere di aiutare a sviluppare i talenti. Ce ne sono tantissime! Fatevi consigliare da loro e analizzate sempre con spirito critico la realtà. Non abbiate paura di prender decisioni. Siate voi, nel bene e nel male, le uniche responsabili delle vostre scelte!
Prima ancora però, credete in voi stesse, siate determinate a raggiungere il risultato e soprattutto non fatevi fermare: le porte sbattute in faccia fanno parte del gioco. L’importante è non arrendersi mai e non scoraggiarsi. Niente è impossibile! Con determinazione e duro lavoro si arriva dove si vuole, ricordandosi sempre che solo sul dizionario successo viene prima di sudore!