Valeria Negri

Direttore Settore Centro Studi, Territorio e Ambiente di Assolombarda; Vice presidente Gruppo Economisti di Impresa.

Gentile Valeria, ha conseguito la laurea in Economia all’Università Cattolica di Milano. Com’è giunta a questa scelta?

L’economia mi incuriosiva, per la grande attualità e per la particolarità di coniugare gli aspetti scientifici e quantitativi, quali i numeri e la matematica, con quelli sociali, ossia con i comportamenti e le preferenze delle persone. L’economia è una scienza sociale che affascina per i modelli, sempre in evoluzione, di lettura del contesto, cosa che sperimentiamo più che mai in questi tempi di forti turbolenze e continue crisi.

Dal 2015 è Responsabile del rinomato Centro Studi di Assolombarda, tra le altre cose realizza il Booklet che esamina la Lombardia rispetto ai benchmark nazionali ed europei, con focus specifici per Milano, Lodi, Monza Brianza, Pavia. Dal 2023 è Direttore Settore Centro Studi, Territorio e Ambiente di Assolombarda. Ci può descrivere il suo percorso professionale e di cosa si occupa in questo momento? Ha progetti per il futuro?

Mi piace proporre chiavi di lettura e punti di osservazione utili alle imprese e all’Associazione in cui lavoro, avvalendomi di un team di ricercatori capace e professionale, e anche molto affiatato. Credo che il percorso che ho svolto finora sia il risultato di un mix favorevole di opportunità (grazie ai miei capi), collaborazione (grazie alle persone che lavorano con me), volontà (mia, di migliorare) e fortuna (anche…). Per il futuro, spero di continuare a crescere e di perseguire nuove sfide, arricchendo ulteriormente di contenuti e significati il mio lavoro.

E’ anche Vicepresidente del Gruppo Economisti di Impresa dal 2020. È stata professore a contratto di Politica Economica e di Economia Urbana all’Università Cattolica di Milano, lungo il suo percorso di studi e di carriera, ha mai incontrato difficoltà in quanto donna? Secondo lei, nel nostro Paese esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM o alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Partiamo svantaggiate, purtroppo: da giovanissima, in più di un colloquio mi venne chiesto se intendevo prediligere la carriera e il lavoro o avere dei figli (ho una famiglia e due ragazzi meravigliosi). Sicuramente soffriamo un contesto culturale meno favorevole rispetto ai colleghi uomini e talvolta siamo noi stesse a porci (troppi) limiti. Ma abbiamo anche alcuni punti a nostro vantaggio, su cui dobbiamo concentrarci per valorizzare noi stesse e accelerare il cambiamento: per ruolo storico siamo poliedriche e sfaccettate, abbiamo una grande sensibilità, sappiamo offrire punti di vista diversi dai colleghi, siamo creative. Sono tutti elementi di vantaggio comparato, che dobbiamo volgere in vantaggio competitivo (come direbbe un’economista…).

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Ripensando alla mia esperienza, mi sento di suggerire di non lasciarsi sopraffare dalle insicurezze e di seguire le proprie inclinazioni: nulla è più motivante che fare quello che piace, la soddisfazione più grande è conquistare quello che più appassiona.