Virginia Palomba

Senior Environmental Engineer and Project Manager presso Acqua&Sole srl

Gentile Virginia, si è laureata in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, com’è giunta a questa scelta? È sempre stata portata per le materie STEM fin da piccola? Cosa sognava di fare “da grande”?

Ho sempre avuto, sin dalla giovane età, un certo interesse per l’ambiente e in particolare per il mondo dei rifiuti. Mi chiedevo spesso che fine facessero i rifiuti prodotti nelle diverse abitazioni e quando c’era qualche corso a scuola sull’educazione ambientale ne rimanevo entusiasmata. Al quinto anno di Liceo, analizzando i diversi indirizzi universitari sapevo già di voler scegliere la facoltà di Ingegneria ma, quando ho visto nell’elenco “Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio” ho avuto la certezza di volermi iscrivere proprio a quel corso di studi e non me ne sono pentita.

La scuola le ha fornito un orientamento in questo senso? La sua famiglia l’ha sostenuta nella scelta?

I corsi di educazione ambientale che sporadicamente venivano organizzati a scuola hanno contribuito a rafforzare la mia curiosità verso il mondo dei rifiuti e per fortuna la mia famiglia mi ha sempre sostenuto nelle scelte fatte; mi sono sempre sentita supportata durante il mio percorso di studi e dopo l’ingresso nel mondo del lavoro. Ancora oggi è così, la mia famiglia è un vero punto di riferimento.

Oggi è Senior Environmental Engineer and Project Manager presso Acqua&Sole srl. Ci può descrivere il suo percorso professionale e di cosa si occupa? Ha qualche progetto per il futuro?

La mia carriera professionale è iniziata nel 2006: ho svolto, insieme a una mia cara amica e ancora oggi collega, un tirocinio in Ecodeco S.r.l. ai fini della predisposizione della tesi di laurea. Lavorare nella società fondata dall’Ing. Giuseppe Natta, figlio del premio Nobel per la chimica Giulio Natta, mi ha aperto gli occhi su un approccio innovativo nell’ambito della gestione dei rifiuti: passare da vederli come una passività per il mondo intero a una risorsa per il territorio è stato un passaggio fondamentale nella mia carriera lavorativa, che prosegue ancora oggi con il titolare di Acqua & Sole S.r.l. Francesco Natta. Ormai da 17 anni partecipo, come Project Manager e da qualche anno come Responsabile dell’Ufficio Tecnico per lo sviluppo di impianti tecnologici, alla predisposizione di progetti che possano dare valore aggiunto al territorio partendo da una risorsa sempre un po’ bistrattata, ossia il rifiuto. L’impianto di Vellezzo Bellini di recupero di nutrienti d rifiuti provenienti dal ciclo di produzione e consumo di alimenti da destinare al mondo agricolo è un esempio lampante della filosofia di Acqua & Sole S.r.l..
Ad oggi, e qui parlo al plurale perché i progetti che realizziamo sono il frutto di un importante lavoro di squadra, stiamo lavorando nel Comune di Vellezzo Bellini per realizzare il primo territorio ad emissione compensate con anni di anticipo rispetto agli obiettivi della COP26 e tutto utilizzando come risorsa principale i rifiuti. Questo sarà possibile mediante il coinvolgimento sociale che abbiamo già avviato mediante la realizzazione dell’impianto di produzione di Biometano (attivato nell’anno 2022) e della connessa stazione di servizio di distribuzione al pubblico di biocarburanti. A partire dalle matrici organiche derivanti dal ciclo di produzione e consumo di alimenti sono prodotti biometano ed energia elettrica (matrici 100% rinnovabili) che verranno destinati alle auto della popolazione dei comuni limitrofi a prezzi agevolati. Quanto più i cittadini saranno virtuosi nella raccolta differenziata tanto più si vedranno riconoscere uno sconto sull’erogazione di biometano e di energia elettrica impiegati nella mobilità. Con questo confidiamo che il singolo cittadino possa sviluppare quella che definiamo “Responsabilità circolare” ossia una responsabilizzazione del singolo che coinvolge l’intera comunità
Questi, ovviamente, sono solo i primi passi verso il progetto che vi accennavo.

Nel suo percorso di studi o nella sua carriera, ha incontrato difficoltà in quanto donna?

Ad essere onesta non ho incontrato difficoltà in quanto donna, anche perché ho la fortuna di lavorare con persone illuminate che non hanno preconcetti verso il prossimo, ma di certo una certa diffidenza di alcune persone a riconoscere la figura di Ingegnere in una donna sì, ma questo non mi ha mai fermato, anzi mi ha spinto a fare sempre meglio.
Alla fine vedersi riconoscere il titolo per merito è una grande soddisfazione.

Secondo lei, nel nostro Paese esistono ancora barriere che impediscono alle ragazze di avvicinarsi agli studi STEM o alle giovani donne di fare carriera in queste professioni? Cosa si potrebbe fare per migliorare le cose?

Non credo esistano barriere oggettive che impediscono la carriera alle donne negli studi STEAM, ma quando ci si affaccia in determinati ambiti dove l’attività è stata sempre svolta da uomini magari un po’ di diffidenza c’è sempre, ma le donne hanno tutte le qualità per poter affrontare tali situazioni e bisogna perseverare ed essere determinate e questo alla fine paga sempre.

C’è qualche consiglio che può dare alle ragazze che amano le materie STEM e vorrebbero intraprendere questa strada ma hanno ancora incertezze e timori?

Ragazze seguite le vostre passioni e non fatevi condizionare da giudizi e preconcetti. Lavorare nelle materie STEAM è davvero stimolante e quel che conta è avere la mente aperta a nuove possibilità. Altro non importa e la determinazione è tutto.